A Paola si è tenuta un’iniziativa solidale per donare parrucche ai pazienti oncologici che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia. Organizzato dal settore welfare e politiche sociali della città di Paola, in collaborazione con l’Ambito Sociale Territoriale del tirreno cosentino, l’evento “Un taglio netto” ha attirato una grande partecipazione e numerose donazioni di chiome naturali da parte di volontarie di tutte le età. Parrucchieri e acconciatori locali hanno offerto gratuitamente il loro contributo, raccogliendo preziosa materia prima per creare parrucche capaci di alleviare uno degli effetti più visibili della malattia.

Il coinvolgimento della comunità

Promossa dal capogruppo di maggioranza Sandra Serpa, l’iniziativa ha visto anche la presenza delle dottoresse Roberta Petrungaro, Antonella Pievaioli, Caterina Cesareo e del dottor Marco Vommaro. Durante l’incontro, oltre a sensibilizzare sulla campagna di donazione dei capelli, è stata annunciata l’apertura di uno sportello di raccolta tricologica presso il settore dei servizi sociali della città di Paola.

La campagna “Un taglio netto” mira a fornire gratuitamente parrucche ai pazienti oncologici, aiutandoli a contrastare l’inestetismo causato dalla perdita di capelli dovuta alla chemioterapia. In questo contesto, è importante ricordare la legge regionale calabrese numero 45 del 16 dicembre 2022, promossa dalla consigliera Luciana De Francesco, che prevede un contributo economico per l’acquisto di protesi tricologiche. La norma offre un sostegno fino a 300 euro ai residenti calabresi affetti da alopecia oncologica, nei limiti delle risorse disponibili, e promuove la creazione di una banca dei capelli per facilitare la donazione e la produzione di parrucche.

Il Mariano Santo

All’evento ha partecipato anche il professor Capalbo dell’ospedale Mariano Santo di Cosenza, sede della banda della parrucca, un’iniziativa dell’associazione Tricostarc dedicata al benessere dei pazienti. È stato sottolineato come, oltre a questa solidarietà, sia necessario garantire un’offerta sanitaria adeguata per ridurre i casi di emigrazione sanitaria in cerca di cure migliori.