I lavori di ristrutturazione dello Sparrow, lo spazio sociale autogestito a Rende, sono giunti al termine e la recinzione del cantiere è stata rimossa. Il collettivo che per anni ha animato questo spazio, dopo averlo sottratto all’abbandono e all’incuria, torna a chiedere un incontro con i Commissari del Comune di Rende per discutere una Proposta di Collaborazione volta alla gestione dello spazio come Bene Comune, secondo il Regolamento comunale approvato nel 2018.

“Dieci anni di storia non si cancellano”, affermano gli attivisti in una nota, ricordando che l’attuale stato di ristrutturazione è il risultato di una progettazione condivisa con la precedente Amministrazione, costruita sulla base delle esigenze identificate dall’Assemblea dello Sparrow per rendere lo spazio un luogo aperto alla partecipazione attiva della comunità.

Dieci anni di storia autogestita

Lo Sparrow, acronimo di Spazio Precario Autogestito, è nato nel 2013 grazie all’impegno del collettivo e di decine di persone, tra studenti, sindacalisti e creativi, che hanno contribuito a renderlo un cuore pulsante di socialità, cultura e politica nel territorio urbano di Rende. Negli anni, lo spazio è stato teatro di iniziative, un luogo attraversato da migliaia di persone, diventato riferimento culturale e sociale nell’area urbana cosentina.

Il ruolo dei fondi PNRR

Negli ultimi anni, l’Assemblea dello Sparrow ha puntato sulla riqualificazione strutturale dell’edificio, gravemente segnato da infiltrazioni e degrado. Grazie ai fondi del PNRR destinati alla rigenerazione urbana, il sogno di un miglioramento complessivo dell’edificio è finalmente arrivato a compimento. Tuttavia, il dialogo con l’attuale Amministrazione sembra essersi arenato.

“Abbiamo constatato la mancanza di volontà nel riconoscere lo Sparrow come Bene Comune, nonostante esempi virtuosi già esistenti a Rende, come l’assegnazione di spazi nel quartiere Villaggio Europa”, denunciano gli attivisti.

Richiesta di risposte

Il collettivo teme che dietro il silenzio possa nascondersi un tentativo di cancellare un’esperienza decennale di aggregazione sociale e partecipazione dal basso. Per questo, gli attivisti chiedono risposte chiare:

“Non lasceremo che lo Sparrow venga dimenticato. Continueremo a vigilare affinché venga riconosciuto il lavoro di riqualificazione e di impegno collettivo che ha dato nuova vita a questo spazio”.