Da qualche ora Mario Russo, 64 anni, professione medico, è il nuovo sindaco di Scalea. Prende il posto di Giacomo Perrotta, 46, defenestrato due giorni prima di Natale con le dimissioni in massa della minoranza consiliare e della sua ex vicesindaco, Annalisa Alfano, due giorni fa eletta con la compagine vincente.

Per Russo, si tratta della terza volta alla guida della città, «ma l’emozione è sempre la stessa, se non di più», soprattutto perché viene da anni difficili a causa di dolori personali e una vicenda giudiziaria che lo ha costretto al carcere preventivo per lunghi mesi e per cui è ancora il corso il processo di primo grado.

Dopo la turbolenta inchiesta della procura di Paola, denominata “Re nudo”, sembrava che la sua carriera politica si fosse schiantata contro un muro di cemento armato, e, per un po’, il medico scaleoto era rimasto ai margini, a osservare quello che succedeva intorno.

La vittoria di lunedì scorso, dunque, ha il sapore del riscatto e della rivincita. Cori da stadio e fuochi d’artificio sono cominciati ancora prima che tutti i seggi potessero rivelare voti e preferenze. Alle 18 lo stacco con gli avversari era già netto e lui è uscito tra la folla per dispensare baci e abbracci.

«Questa volta è un’emozione indescrivibile – è stato il suo commento a caldo -, più forte delle altre, è la vittoria di un popolo che ha deciso di riscattarsi e di seguire una proposta politica, un’idea di città, una visione. Questo affetto mi riempie di grande orgoglio e mi dà una carica particolare nel lavorare a favore di questa città». «Ha vinto Mario Russo o ha perso Giacomo Perrotta?», chiediamo. «Mario Russo – risponde senza esitare -, ha vinto Mario Russo. L’ho detto in campagna elettorale: io non volevo candidarmi. Io avevo finito il mio ciclo politico, ma quando ho capito che c’era un sentimento diffuso nella gente ho deciso di non girarmi dall’altra parte, ho deciso di guardare in faccia tutti e di affrontarlo. Credo che rispetto a questo calore umano, a questo sentimento, forse non ci sarebbero stati avversari».

Il suo entusiasmo era palpabile. I suoi occhi trasudavano orgoglio, il suo sorriso era quello di un uomo stanco, ma soddisfatto, per aver tagliato un traguardo difficile, ma agognato. Ma il suo sguardo era anche quello di un uomo che sa che ha davanti a sé mesi difficili e una serie di questioni da affrontare; la prima è mantenere gli equilibri interni, senza fare danni e senza agitare gli animi. E questo il neo sindaco lo sa bene, sa che in questo momento non ha bisogno di nemici.

Per questo, Russo, ha già le idee chiare sul da farsi. «Pacificazione sociale, collaborazione con tutti gli altri, anche con l’opposizione, affrontare le tante emergenze che ci sono e lavorare per realizzare tutto quello che abbiamo detto, perché credo che siamo stati in pochi ad aver parlato di programma e di futuro per questa città».

Lui, intanto, giura che stringerà la mano ai suoi avversari, nonostante una campagna elettorale avvelenata. «Certo, uno mi ha già chiamato per complimentarsi, un altro pure l’ha fatto (di persona, ndr). Ma da domani aprirò le porte del comune perché realmente dobbiamo andare nella direzione della pacificazione sociale».