«Popolo Brunoriano!». Ovazione. «Di più!». Ovazione. Prende la chitarra in mano. «Non mi sono per niente montato la testa». Risate. Sembra una sceneggiatura di un film comedy, ma è più l’ultimo della trilogia del Signore degli Anelli. Dario Brunori come Aragorn, ma senza tutta la tragedia precedente. Il cantautore cosentino è tornato in Calabria e, dopo una breve conferenza stampa, si è preso l’abbraccio dell’Unical.

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Oltre mille gli studenti che, in un giorno di festa, si sono assiepati sui gradoni dell’Anfiteatro per regalare il proprio supporto a Dario Brunori, terzo a Sanremo. Tutti fan di vecchia data. E d’altra parte il cantautore è un’istituzione in Calabria, inutile girarci intorno. E così, dopo l’ovazione iniziale, Brunori attacca “L’albero delle noci”, il pezzo terzo classificato a Sanremo. E come nelle migliori tradizioni viene accerchiato dai fan. Talmente tanto da rendere impossibile l’ascolto del pezzo, visto che molti si erano messi davanti alle casse. Ma anche questo è amore.

Dario Brunori torna in Calabria e regala anche “Guardia ’82” e “La Verità”

Una volta ristabilito l’ordine e liberate le casse, Dario Brunori decide che non è finita qui. Parte “La Verità”, estratto dal suo album del 2020, Cip!, che l’ha sparato definitivamente nella stratosfera. Mille persone a gridare «Te ne sei accorto, sì?», con il cantautore visibilmente emozionato per questo ritorno in terra calabra. E prima dell’esibizione l’aveva detto. «Sono più emozionato ora che sul palco dell’Ariston». Ma non può essere concerto di Brunori senza “Guardia ’82”.

«Mi hanno chiesto “Guardia ’86″», scherza Dario Brunori. «E cantiamo la canzone più amata dagli universitari calabresi, allora». Plurale maiestatis? No, perché già ai primi accordi i presenti scaldano l’ugola. «La spiaggia di Guardia rovente/era piena di gente», come se fosse San Siro. E ovviamente il «lalalalalaaaa», anche quello cantato a squarciagola. Un successo straordinario, l’ennesimo, per Dario Brunori. Il ritorno del re ha scaldato Cosenza e l’Unical.