«Caro Mario – scrive Anna Maria Stanganelli -, ho letto la tua lettera tutta d’un fiato, appello che ha toccato le corde della mia anima e che mi ha profondamente commossa e allo stesso tempo fatto sentire una grande responsabilità nei tuoi confronti. Voglio dirti che non sei solo. Verrò a trovarti presto per condividere assieme i tuoi bisogni e le tue necessità, per ascoltarti e fornirti tutto il supporto di cui hai bisogno non soltanto in termini di assistenza sanitaria, ma soprattutto in virtù dell’affetto e della vicinanza che meriti. Cammineremo assieme lungo questo percorso sull’esempio del buon Samaritano. “Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui”. Gesù ci fa coraggio, ci indica la strada, percorriamola assieme!».

Sceglie queste parole, Anna Maria Stanganelli, Garante della Salute della Regione Calabria, per rispondere all’appello dell’uomo che ha deciso di rendere pubblica la sua drammatica storia attraverso il nostro network. Mario, così lo abbiamo ribattezzato per tutelare la sua identità, è un uomo solo e gravemente malato, che vive imprigionato in casa, divorato dalla solitudine. Allo stremo delle forze, ha deciso di chiedere l’intervento della tutrice dei diritti dei malati calabresi per riappropriarsi della sua dignità di essere umano. La risposta della Stanganelli non è tardata ad arrivare.

La vicenda

Mario, nome di fantasia, è un uomo di mezza età che vive nella Riviera dei Cedri, è affetto da disabilità grave e depressione e soffre terribilmente di solitudine. Quest’ultima, in particolare, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza. Mario non ha né moglie né figli, i suoi genitori non ci sono più e non ci sono nemmeno enti o associazioni che si occupino di aiutare nelle faccende quotidiane o di tenere compagnia a chi, come nel suo caso, vive solo e imprigionato in casa propria, anche per via di una pensione esigua. Una condizione che, purtroppo, accomuna tante persone afflitte da gravi patologie.

Allo stremo delle forze, fisiche, ma soprattutto mentali, Mario ha deciso di rendere pubblica la sua storia e di appellarsi alla Garante della Salute, Anna Maria Stanganelli. «Mi rivolgo a lei – ci aveva scritto in una lettera – perché so che ha a cuore i malati di questa terra e non si gira mai dall’altra parte. Mi aiuti, dottoressa Stanganelli. Spero nella sua sensibilità e carità, spero che si attiverà con tutti i mezzi di cui dispone».

Uno spiraglio di luce

Ora, la Garante della Salute, Anna Maria Stanganelli, ha aperto uno spiraglio di luce nella vita di Mario, che da un anno e mezzo vive, oltretutto, con la parte sinistra del corpo immobilizzata, conseguenza di una terribile caduta in strada e un’operazione andata male. La tutrice dei diritti della sanità calabrese farà presto visita all’uomo e per comunicarglielo ha citato anche lei il Vangelo, proprio come aveva fatto Mario per sollecitare gli aiuti. «Se ben ricordo – aveva scritto l’uomo nella missiva – San Giacomo dice: “La fede senza le opere è morta (Gc 2,26)”. Lo stesso Gesù disse: “Ero malato e mi avete visitato (Mt 25,36)”. Non esistono i malati di serie B, malati più o meno importanti, esistono i malati».