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Era il 2018 quando suonò per l’ultima volta la campanella della palestra del plesso scolastico “Lydia Plastina Pizzuti”, per tutti la scuola elementare di Via Roma a Cosenza. Quella più frequentata, quella che conta 713 iscritti e accoglie bambini senza alcuna distinzione. Sulle iconiche scalinate campeggiano murales rainbow, le bandiere della pace e il disegno di un bambino con la kefiah che ne abbraccia uno con il kippah. Fin da piccoli, insomma, il messaggio è chiaro: amare e non odiare. Da quelle classi sono passati migliaia di cosentini, forgiando il proprio background culturale con le fondamenta tipiche dell’età con cui ci si approccia all’istruzione.
La palestra di Via Roma, fin quando non furono apposti i sigilli, era un luogo sociale. Oltre che dai bambini la mattina, infatti, nel pomeriggio era utilizzata dal Club Basket, dal Triathlon, del tennis da tavolo. Le comunità di filippini, inoltre, vi si riunivano sabato e domenica per le loro attività. Ora invece si presenta come un enorme magazzino dove vengono ammassati vecchi banchi, sedie sgarrupate e lavagne del secolo scorso. A dominare dall’alto il cumulo di arredi, i canestri che aspettano di essere centrati come un tempo.
Palestra di Via Roma inagibile dal 2018, le richieste di Ciglio
«Ci dà fastidio il silenzio, dal Comune si adopera la solita tecnica del rinvio e del “poi vediamo”: un’offesa all’intelligenza della città». Massimo Ciglio, dirigente scolastico barricadiero e già noto per il suo antagonismo (da sinistra) rispetto al sindaco Caruso in occasione della distruzione della piazzetta antistante la scuola, non usa come al solito mezzi termini. «Molti genitori avevano inteso, io fra quelli, che con la riapertura del tratto veicolare si sarebbe aggiustata la palestra – spiega -. Così non è stato: la piazzetta non c’è più e i ragazzi della nostra scuola fanno attività motoria sul cemento».
«Segnalo, pertanto, il danno al diritto all’istruzione dei bambini e all’attività motoria, che in questa fascia di età è importantissima. Si tratta – evidenzia ancora – di un attentato al diritto costituzionale dei ragazzi a svolgere questa disciplina. C’è chi ha appena concluso un ciclo di studi senza mai poter accedere ad un’area loro destinata». I fatti risalgono, come detto, a dicembre 2018. L’allora amministrazione guidata da Mario Occhiuto completò alcuni lavori antisismici effettuando dei carotaggi. L’istituto risultò idoneo per il 90%. Per la palestra fu invece emessa un’ordinanza di chiusura.
Proteste e soluzioni arenate sul nascere
«Da allora – racconta Ciglio – ci sono state una serie di proteste, manifestazioni da parte di mamme e papà e interlocuzioni tra me e l’amministrazione comunale che nel frattempo cambiò colore». In una di queste, ad aprile 2023, pareva essersi aperto uno spiraglio. Il sindaco lo accolse a Palazzo dei Bruzi informando il dirigente scolastico di aver pensato di affidare la ristrutturazione della palestra a terzi, prevedendo una gestione condivisa della stessa. «Accolsi favorevolmente la proposta, ma non se ne fece più niente» ha aggiunto.
Le speranze per vedere un giorno riaperta la palestra della scuola elementare di Via Roma non tramontano. «Sollecitiamo continuamente un intervento – prosegue Ciglio -. Inizialmente si presentò la possibilità di inserirla nei primi provvedimenti Pnrr destinati ai comuni che riguardavano proprio palestre, mense e asili nidi. A riguardo, non abbiamo notizie: nessuno sa se il progetto sia stato bocciato o non sia stato presentato del tutto».
L’indignazione di docenti e genitori
A contattare la nostra redazione il docente di Scienze Motorie Giacomo Salatino e i genitori Raffaele De Caro, Chiara Davoli e Rosellina Aiello. «L’educazione motoria è fondamentale per i ragazzi delle scuole elementari – hanno detto -. I bambini della “Plastina-Pizzuti” di Via Roma senza palestra sono costretti a farla all’aperto, magari con la pioggia o con il sole d’estate».
«Siamo profondamente arrabbiati perché non parliamo di mancanza di strutture – aggiungono -. C’è ed è bella, ma siamo indignati per l’immobilismo politico che nega un diritto sociale. Non tutti abbiamo la disponibilità di pagare corsi privati di sport, che per i bimbi significa salute e vita. Hanno diritto di fare educazione fisica in un luogo consono e non ci fermeremo finché l’istituzione comunale non porrà una soluzione e in tempi precisi. Siamo stanchi del fatto che i nostri figli debbano svolgere le attività sul cemento o in sale teatro, o peggio in classe».