In risposta all’emergenza climatica estiva, la Regione Calabria ha emanato una nuova ordinanza per tutelare i lavoratori esposti a temperature elevate. Fino al 31 agosto 2025 sarà vietato lavorare al sole tra le 12:30 e le 16:00 nei settori agricolo, florovivaistico ed edile, nei giorni in cui il livello di rischio termico, secondo il sito Worklimate, sarà classificato come “ALTO”.

Una decisione resa necessaria dall’aumento delle ondate di calore che, ormai in modo regolare, investono il Sud Italia durante i mesi estivi, provocando seri rischi per la salute dei lavoratori all’aperto: stress termico, colpi di calore e, nei casi più gravi, anche decessi.

Un provvedimento per la salute pubblica

L’ordinanza è stata firmata dal Presidente della Giunta regionale, sulla base delle disposizioni contenute nell’articolo 32 della Costituzione italiana, nello Statuto regionale e nella legge n. 833 del 1978, che consente l’adozione di misure urgenti in materia di igiene e sanità pubblica. A supportare la misura anche l’art. 650 del codice penale, che consente sanzioni in caso di inottemperanza.

Secondo l’ordinanza, il provvedimento è rivolto a tutte le zone della regione in cui si svolgano attività lavorative all’aperto, in particolare nei campi agricoli e nei cantieri edili, dove la prolungata esposizione al sole durante le ore più calde può generare effetti letali.

Lavoratori sotto stress: i settori più colpiti

Tra i più colpiti, come evidenziato anche dall’INAIL, vi sono braccianti agricoli, operai edili e florovivaisti, categorie che operano senza alcuna possibilità di protezione naturale o strutturale. L’elevata umidità e la carenza di ventilazione agiscono come moltiplicatori del rischio.

Il progetto Worklimate, una collaborazione tra INAIL e CNR, ha messo a disposizione mappe nazionali di previsione del rischio termico, indicando quotidianamente le aree geografiche con maggiore esposizione. È proprio su questi dati che si fonda l’attivazione del divieto: solo nei giorni in cui alle ore 12:00 si registra livello di rischio “ALTO” per i “lavoratori esposti al sole” che svolgono “attività fisica intensa”, scatterà la sospensione.

Validità e limiti dell’ordinanza

Il provvedimento resterà in vigore fino al 31 agosto 2025, coprendo l’intero arco della stagione più calda. Tuttavia, non si applica in caso di interventi urgenti e improrogabili necessari al ripristino di servizi essenziali. Inoltre, resta salvo il potere dei sindaci di emanare provvedimenti più restrittivi a livello locale.

In caso di violazioni, la norma richiama l’articolo 650 del codice penale, che punisce l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità con sanzioni amministrative o penali, qualora non si configuri un reato più grave.

Verso un accordo permanente tra le parti sociali

La Regione ha annunciato di voler farsi promotrice di un tavolo di confronto tra sindacati e datori di lavoro, per giungere a un accordo strutturale in grado di tutelare la salute dei lavoratori in modo ordinario, e non più solo emergenziale. Si tratterebbe di un passo importante verso una regolamentazione stabile del lavoro all’aperto in presenza di condizioni meteo estreme.

L’obiettivo è superare il modello basato su ordinanze temporanee e costruire, invece, un quadro normativo duraturo che affronti il cambiamento climatico come fenomeno strutturale e non eccezionale.