Bandiere di Università di ogni colore, portate sulle spalle con orgoglio da studenti che arrivano da tutt’Europa. Per tutta la settimana, 300 giovani rappresentanti degli atenei continentali si confronteranno all’Unical nel progetto di Eupeace ed Estiem. Un evento su temi come giustizia sociale, inclusività e pace. Temi estremamente attuali, ma non solo, perché si tratta anche di un’occasione di cooperazione e confronto con altre realtà d’Europa.

«L’obiettivo – spiega Emanuele Macrì, presidente del Local Group di Estiem – è quello di parlare di fare comunità qui all’Unical. Parlare dunque di temi come inclusività e giustizia sociale ma anche permettere a tutti questi ragazzi di visitare il nostro campus». Insomma, dopo gli studenti di Bergamo, la cui visita all’Unical ha fatto notizia, adesso c’è l’opportunità di ospitare giovani da tutta Europa.

Eupeace all’Unical, la soddisfazione di Boccia e Leone

Il progetto di Eupeace ed Estiem è stato organizzato dall’area internazionalizzazione dell’Unical, diretta dal dottor Gianpiero Barbuto. Grande soddisfazione per il delegato del rettore a quest’area, il professore Boccia. Nel suo intervento, spiega: «È la prima volta che il progetto di Estiem arriva in un ateneo italiano, grazie al lavoro di IGeA – spiega – e contestualmente c’è stata la scelta dell’Unical da parte di Eupeace per organizzare il suo primo evento di incontro i studenti». Un confronto sociale importante, soprattutto in un periodo come questo: «Auguro a tutti i ragazzi presenti – prosegue Boccia – di riuscire a essere ambasciatori in questi giorni».

Non poteva mancare ovviamente anche un saluto di Nicola Leone, rettore dell’Unical, all’inaugurazione del progetto Eupeace. Intervenuto brevemente per ragioni personali, il Magnifico ha voluto spiegare l’importanza di questi eventi. «La nostra università apre le porte a questi ragazzi – spiega ai nostri microfoni il rettore – che resteranno alcuni giorni per parlare di argomenti molto importanti. Sicuramente eventi così vivaci non fanno altro che aiutare la nostra università».