«L’ospedale non può diventare oggetto di scorribande e battaglie politiche elettorali , in quanto, alla fine, le conseguenze ricadranno sui cittadini e tutti i pazienti». Lo scrivono in una nota congiunta i direttori di Dipartimento dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, intervenendo così a difesa del presidio sanitario da loro definito «un patrimonio di tutta la città di Cosenza e dell’intera regione Calabria, per la elevata qualità e specializzazione delle prestazioni erogate».    

Una nota che i dottori Francesco Zinno, Bruno Nardo, Pino Pasqua, Gianfranco Scarpelli, William Auteri, Filippo Fimognari, Francesco Intrieri, Luigi Marafioti e Filomena Panno hanno inteso sottoscrivere a poche ore dalle dimissioni del primario di Radiologia, Alfredo Zanolini, precedute nei giorni scorsi da altri abbandoni “eccellenti” che hanno finito per addensare ombre sulla “salute” politica e gestionale dell’Annunziata.

Nulla di tutto ciò secondo gli estensori della missiva: «Con estrema difficoltà – scrivono – tenuto conto della situazione in cui è stato lasciato il nostro ospedale che dal 2018 ha avuto una gestione fallimentare e disastrosa,  solo negli ultimi diciotto mesi, con la gestione del direttore De Salazar,  finalmente, si intravedono atti concreti e lungimiranti di riorganizzazione».

Zinno e gli altri ricordano come la Regione Calabria e l’Azienda debbano rispettare un gravoso Piano di rientro «che non permette di operare con razionalità e nel contempo, realizzare tutto quello di cui ci sarebbe bisogno, dovendo rispettare i vincoli perentori dei tetti di spesa» e, al tempo stesso, riconoscono come Roberto Occhiuto stia sollecitando «i ministeri e l’intero Governo a considerare le gravi difficoltà della sanità in Calabria, costretta a rispettare vincoli e obblighi di legge nonostante da 15 anni, per effetto del Commissariamento non si adeguano le dotazioni organiche e non si riescono a completare gli adeguamenti strutturali e tecnologici, mentre nelle altre Regioni si sono fatti passi da giganti».

Riguardo al filotto di dimissioni, ritengono «evidente che la carenza di personale sta sovraccaricando tutti gli operatori sanitari con elevate condizioni di stress da lavoro, che costringono qualcuno a buttare la spugna ed a dimettersi», ma rigettano qualsiasi «strumentalizzazione» e ritengono «ingiusto e scorretto delegittimare il lavoro svolto in ospedale da tutti gli operatori sanitari con grande sacrificio». 

A loro avviso, infatti, nonostante tutto, l’ospedale di Cosenza «continua a dare risposte a tutti i bisogni gravi e concreti. Certamente le criticità nel Pronto Soccorso ormai riscontrabili in tutte le regioni sono da attribuire alla mancanza di un efficace filtro territoriale ed all’impossibilità di garantire i setting assistenziali ai pazienti che in modo inappropriato, ancora, accedono in ospedale. Siamo fiduciosi che questo appello venga accolto da tutti a difesa dell’ospedale – concludono – al fine di dare un’immagine di fiducia e credibilità».