L’Europa sta affrontando una delle peggiori ondate di morbillo degli ultimi decenni. Secondo l’ultimo rapporto congiunto dell’OMS Europa e dell’Unicef, nel 2024 sono stati segnalati 127.350 casi di morbillo, il doppio rispetto all’anno precedente e il numero più alto mai registrato dal 1997.

A essere colpiti sono soprattutto i bambini sotto i cinque anni, che rappresentano oltre il 40% dei casi segnalati. Più della metà dei contagiati ha richiesto il ricovero ospedaliero, con 38 decessi registrati. La regione europea ha rappresentato un terzo di tutti i casi mondiali nel 2024.

Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa, ha lanciato un messaggio chiaro: «Il morbillo è tornato ed è un campanello d’allarme. Senza alti tassi di vaccinazione, non c’è sicurezza sanitaria. Ogni paese deve intensificare gli sforzi per raggiungere le comunità sotto-vaccinate».

Il virus del morbillo è estremamente contagioso e la sua recrudescenza è legata alla diminuzione della copertura vaccinale negli ultimi anni, un problema aggravato dalla pandemia di Covid-19.

500mila bambini nella regione europea non hanno ricevuto la prima dose del vaccino MCV1 nel 2023, aumentando il rischio di epidemie.

Italia: 127 casi nei primi due mesi del 2025, il 37% con complicanze

Anche in Italia il morbillo sta tornando con numeri preoccupanti. Secondo il bollettino periodico Morbillo & Rosolia News dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal 1° gennaio al 28 febbraio 2025 sono stati notificati 127 casi.

Il 37,8% ha riportato almeno una complicanza:

  • 19 pazienti hanno sviluppato polmonite
  • 17 hanno avuto episodi di diarrea severa
  • Un giovane adulto ha sviluppato encefalite

Il 56,7% dei pazienti (72 su 127) è stato ricoverato in ospedale, mentre l’11% ha richiesto accesso al pronto soccorso.

Le Regioni più colpite:

  • Sicilia (50,1 casi per milione di abitanti)
  • Trento (44,0 per milione)
  • Marche (36,4 per milione)
  • Bolzano (33,5 per milione)

Le sette Regioni più colpite (Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia) hanno registrato l’80% dei casi nazionali.

I bambini sotto i 4 anni i più colpiti. L’età mediana dei casi segnalati è di 30 anni, ma l’incidenza più alta si registra tra i 0-4 anni con 60,4 casi per milione di abitanti. Sono stati segnalati 8 casi in bambini con meno di un anno di età.

Vaccinazioni insufficienti: il 90% dei casi non era immunizzato

Dall’analisi dell’ISS emerge un dato preoccupante: il 90,4% dei pazienti con morbillo non era vaccinato.

Situazione vaccinale tra i contagiati:

  • 104 pazienti (90,4%) non erano vaccinati
  • 8 pazienti (7%) avevano ricevuto solo una dose
  • 1 paziente (0,9%) aveva ricevuto due dosi

Anche tra gli operatori sanitari, il 77% dei contagiati non era vaccinato. Questo sottolinea la necessità di rafforzare l’obbligo vaccinale per il personale medico e paramedico.

Regina De Dominicis, direttore regionale dell’Unicef per Europa e Asia centrale, ha ribadito: «I casi di morbillo in Europa sono aumentati vertiginosamente, evidenziando gravi lacune nella copertura vaccinale. Serve un’azione governativa urgente e investimenti negli operatori sanitari».

Un virus pericoloso, con trasmissione anche in ospedali e luoghi di lavoro

Il report dell’ISS ha analizzato anche dove e come è avvenuta la trasmissione del virus in Italia:

  • 55,7% dei casi si è verificato in ambito familiare
  • 21,3% si è infettato in ambito sanitario (ospedali o studi medici)
  • 14,8% ha contratto il virus durante viaggi internazionali
  • 6,6% dei casi è stato registrato in ambienti lavorativi

I genotipi del virus individuati in Italia sono D8 e B3, gli stessi responsabili di focolai in altre nazioni europee.

Conclusioni: serve un piano d’azione per fermare il morbillo

I dati confermano la necessità di rafforzare la copertura vaccinale e di avviare una campagna di sensibilizzazione per evitare che il morbillo torni a rappresentare un’emergenza sanitaria.

Le priorità per fermare la diffusione del virus:

  • Aumento delle vaccinazioni, soprattutto nei bambini e negli operatori sanitari
  • Monitoraggio costante dei focolai
  • Investimenti nella sanità pubblica per garantire accesso ai vaccini
  • Informazione e sensibilizzazione contro la disinformazione sui vaccini

L’OMS e l’Unicef hanno già lanciato l’allarme: se non si interverrà rapidamente, il morbillo continuerà a diffondersi, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone.