Grazie alla partnership attivata con il Gruppo Gestioni Innovative Italia, l’Auser di Cosenza all’interno dell’ambulatorio allestito nei locali di Via Milelli, erogherà un ciclo di cure odontoiatriche e protesiche gratuite con la realizzazione di almeno 70 apparecchiature dentali destinate a soggetti in condizioni di particolare disagio economico.

Si tratta di un ambito medico sostanzialmente non ricompreso nell’insieme delle prestazioni garantite dal servizio sanitario nazionale e quindi poco accessibile alle famiglie meno abbienti, come ricorda al nostro network Raffaella Formisani, coordinatrice dei medici odontoiatri territoriali che si alternano nel centro dell’associazione. «Queste cure – ha detto – sono generalmente di carattere privato, per cui sempre meno persone riescono ad accedere a questo tipo di terapie. La nostra è restituire un sorriso a chi non può permettersi le protesi dentarie. E restituire anche una dignità a queste persone e pure un po’ di salute perché la masticazione è importante per una corretta digestione».

Il progetto è stato presentato nel corso di una conferenza stampa coordinata da Viviana Cimino alla quale, oltre alla stessa Formisani, hanno partecipato l’amministratore delegato di Gestioni Innovative Italia Sergio Aquino e l’assessore al welfare di Palazzo dei Bruzi Veronica Buffone. Da remoto è intervenuto per un saluto il presidente dei medici odontoiatri di Cosenza Giuseppe Guarnieri. Il presidio Auser di Cosenza offre un ampio ventaglio di servizi sanitari gratuiti: «Di tipo cardiologico, ginecologico, di medicina generale – ricorda il presidente Luigi Campisani – Ma abbiamo pure uno sportello di ascolto psicologico ed uno sportello legale a cura dell’organizzazione di volontariato Avvocato di Strada. Purtroppo cresce il numero di persone che si rivolgono alla nostra associazione. Un segnale dell’avanzata del disagio economico-sociale.

Siamo nati per dare una risposta alle difficoltà di integrazione dei migranti ma, lavorando in quartieri complicati come quello dello Spirito Santo e adesso in quello dei Rivocati, dobbiamo rilevare che quotidianamente ci confrontiamo anche con una variegata ed ampia utenza locale». Sergio Aquino ha spiegato la fase operativa del progetto: «Questo ambulatorio racchiude in sé gli ambiti di intervento sociale che avevamo in mente. Perché si tratta di un ambulatorio senza frontiere . Assolveremo con estremo piacere allo sforzo economico che ci è stato richiesto nella convinzione che le componenti produttive di un territorio non debbano pensare esclusivamente agli utili o ai trend di vendita, ma debbano anche lasciare qualcosa sul territorio. Questa è la mia idea di azienda etica».