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È notizia delle ultime ore la chiusura temporanea della guardia medica (oggi Continuità Assistenziale) di Castiglione Cosentino. Un provvedimento che lascia senza copertura sanitaria notturna un’intera comunità. La causa? La carenza cronica di medici, un problema strutturale che continua a mettere in ginocchio la sanità territoriale calabrese.
A denunciare la situazione è il circolo locale del Partito Democratico, che in un comunicato stampa parla apertamente di «grave lesione del diritto alla salute dei cittadini» e chiede l’immediata riattivazione del servizio. La preoccupazione è forte: senza il presidio di continuità assistenziale, i residenti restano privi di qualsiasi supporto medico dalle 20 alle 8, le ore in cui i medici di famiglia non sono attivi.
«È un duro colpo per il nostro piccolo comune – scrive il PD – soprattutto considerando che il servizio rappresentava l’unico punto di riferimento medico notturno per visite, controlli e piccole urgenze». Nel tempo, questi presidi – un medico a turno per ogni notte, sette giorni su sette – si sono rivelati fondamentali per i tanti piccoli paesi della provincia, in cui l’ospedale più vicino può essere distante decine di chilometri.
La situazione è resa ancora più critica da un sistema sanitario regionale al collasso, aggravato da anni di tagli orizzontali, stipendi poco competitivi e condizioni di lavoro sempre più difficili. Anche l’innesto temporaneo di personale medico straniero – come i professionisti cubani assunti negli ospedali principali – non è sufficiente a coprire le carenze nei presidi minori.
Il circolo del PD lancia quindi un appello a tutte le forze politiche locali e all’amministrazione comunale, chiedendo una presa di posizione netta e azioni concrete per la riapertura stabile del servizio. «I LEP – livelli essenziali di assistenza – devono essere garantiti anche nei piccoli comuni. Non si può lasciare un territorio senza tutela sanitaria» concludono i dem. Nel frattempo, il rischio è che si allarghi ulteriormente il divario tra centro e periferia, con i pronto soccorso già in difficoltà costretti ad assorbire nuovi flussi di pazienti privi di alternative. Una situazione che, se non affrontata con urgenza, rischia di diventare cronica.