«Oltre la propaganda di Occhiuto c’è il vuoto. Cariati, quale futuro per l’elisoccorso? ». Dopo anni di lotte, occupazioni, segnali lanciati e colti – in parte – dal mondo intero, le Lampare di Cariati, il movimento civico sorto attorno alle ceneri del Vittorio Cosentino, continua a far sentire la sua voce. Quella domanda la pongono interrogando sul futuro di un ospedale fondamentale per il basso jonio cosentino e alto crotonese, cerniera tra due territori sempre più privati dei minimi servizi al cittadino, siano sanitari o legati al diritto alla mobilità.

Il gruppo civico, presente in consiglio comunale con il suo leader, Mimmo Formaro, in una nota compara due realtà simili, per certi versi come Cariati, appunto, e Trebisacce, agli antipodi della Sibaritide, i cui presidi ospedalieri sono stati sacrificati sull’altare dell’allora scriteriata spending review.

«Un tempo chiusi entrambi, gli ospedali di Trebisacce e Cariati rappresentano oggi due percorsi diversi di riapertura: Trebisacce – ricordano le Lampare – dovrebbe riaprire grazie a una sentenza del Consiglio di Stato che ne ha imposto la riattivazione, mentre Cariati grazie alla tenacia dei suoi abitanti e ha raggiunto l’obiettivo attraverso una lunga e coraggiosa mobilitazione culminata nell’occupazione del presidio. “Una vera epopea popolare” come è stata definita, caratterizzata soprattutto dall’occupazione per otto mesi del Vittorio Cosentino che ha attirato l’attenzione nazionale e internazionale».
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