Primavera vien danzando e, parafrasando i famosi versi di Silvio Novaro, oltre a farfalle e vilucchi, porta con sé anche i sintomi della ipersensibilità ai pollini per i soggetti allergici. Un disturbo che interessa una percentuale importante della popolazione. Il trend è in crescita secondo Saverio Daniele, medico allergologo, ospite degli studi di Cosenza Channel.

«La percentuale si aggira intorno al 25-30 percento – dice – Parliamo di persone con problemi di allergia legati alle inalazioni degli allergeni che stanno nell’aria e che possono essere allergeni perenni, come gli acari della polvere, o allergeni stagionali, come i pollini. Però c’è da dire che questa distinzione si va diradando perché, in virtù delle variabili meteorologiche, anche nei mesi invernali, per esempio a gennaio, in coincidenza con una settimana di caldo, si può liberare nell’aria del polline, specialmente il polline della parietaria, che va ad aggredire il paziente allergico e non curato. Il trend è in crescita sia perché sono cresciute le capacità diagnostiche.

Ma anche per il miglioramento dell’igiene personale. Può sembrare un paradosso – sottolinea lo specialista – ma questa circostanza in una prima fase ha messo a riposo quegli anticorpi dell’organismo deputati a combattere le infezioni da parassiti stimolandone poi una eccessiva sensibilità nei confronti di allergeni che in realtà non dovrebbero rappresentare un pericolo». Un errore trascurare i primi sintomi: «Abitualmente si comincia con una rinite allergica.

Ma una rinite allergica trascurata molto spesso evolve in asma allergico e a sua volta l’asma allergico non curato, non tenuto sotto controllo, diventa una patologia particolarmente grave. Ancora oggi purtroppo di asma si muore. L’infiammazione allergica trascurata inevitabilmente tende a peggiorare andando a causare danni all’apparato respiratorio, specialmente all’albero bronchiale, ai piccoli bronchi, dove possono crearsi delle alterazioni anatomiche irreversibili.

Potrebbe infatti residuare – avverte il medico Saverio Daniele – un deficit ventilatorio permanente. Per cui subito, appena si ha una manifestazione allergica, bisogna rivolgersi allo specialista allergologo perché le malattie allergiche possono essere tranquillamente tenute sotto controllo. E si può guarire». In presenza di motivazioni cliniche, i test allergometrici possono essere eseguiti anche in tenerissima età, fin dai primi sei mesi di vita.

Tenendo conto che anche in età adulta può iniziare una storia di «allergia inalatoria – sottolinea ancora l’allergologo – Se poi parliamo di allergia ai farmaci – aggiunge – queste sono tipiche proprio dell’età adulta». Per quanto concerne invece le punture di insetto, Saverio Daniele precisa qual è la sequenza degli eventi che può condurre allo shock anafilattico: «tutti siamo potenzialmente al rischio della puntura di imenotteri e quindi, genericamente, api, vespe e calabroni.

Salvo eccezioni, la prima puntura produce una reazione modesta. Una successiva nuova puntura, proprio sulla base di un precedente contatto con il veleno che ha prodotto la formazione nell’organismo degli anticorpi, può innescare una reazione intensa». La ipersensibilità derivante da precedenti punture può essere attenuata con la somministrazione del vaccino desensibilizzante per prevenire l’eventuale shock anafilattico.

«Esistono inoltre – ricorda Daniele – farmaci salvavita da tenere sempre a portata di mano, come l’adrenalina auto iniettabile, molto comoda e pratica. È importante – conclude il medico – per i pazienti che nutrono il sospetto di avere un’allergia, di non seguire i consigli del parente o del vicino di casa che magari si è trovato bene con questa o con quell’altra terapia. Ma bisogna rivolgersi allo specialista allergologo, l’unico in grado di inquadrare correttamente il problema e prescrivere la cura più adeguata».