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Ali Rosa, l’associazione nata nel 2017 con l’obiettivo di proteggere l’immagine delle donne in terapia oncologica, ha trovato casa all’interno del centro medico Ginecos, inaugurato un mese fa a Castrolibero. «Abbiamo messo a disposizione tutto il nostro staff, anche quello psicologico, andare oltre le cure è la nostra mission – commenta Alfredo Citrigno, presidente del Gruppo Citrigno – credo che erogare servizi nei confronti di donne malate rappresenti un’iniziativa di alto valore sociale».
Antonella Ricioppo, presidente di Ali Rosa, dopo aver conseguito a Milano un diploma di estetista oncologica, è riuscita a realizzare il sogno che aveva nel cassetto: «Ho avuto la fortuna di incontrare il dottor Alfredo Citrigno che ha ascoltato il mio progetto, decidendo sin da subito di supportarlo e mettendo a nostra disposizione uno spazio che abbiamo trasformato in un ambulatorio operativo. Offriremo una consulenza cosmetica costante – spiega la presidente di Ali Rosa, doneremo gratuitamente le parrucche rigenerate e organizzeremo dei corsi di trucco grazie ai quali le pazienti saranno in grado di disegnare le sopracciglia cadute in seguito alla terapia oncologica cui si sono sottoposte».
La perdita dei capelli non è l’unico aspetto di un corpo che cambia sotto l’effetto di chemio e radioterapia: «A modificarsi è anche la struttura della pelle. La cicatrice post intervento inoltre incide sulla postura, causando la caduta della spalla in avanti. Grazie ai nostri professionisti – continua Antonella Ricioppo – siamo in grado di riconoscere questi segnali, proponendo soluzioni mirate, quali lo yoga e il pilates».
Ritrovare, sia pure in parte, l’aspetto estetico perduto a causa di una malattia improvvisa e devastante, produce un beneficio enorme sul benessere mentale delle pazienti. «È impossibile non riconoscere una donna in terapia oncologica. Recuperando la vecchia immagine di sé, la qualità della vita migliora e l’organismo risponde meglio alle cure. In caso contrario, esiste il rischio che a prevalere sia la voglia di solitudine: questo di certo non giova a un percorso terapeutico che è, di per se stesso, già abbastanza complicato».