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«La nostra città ha bisogno di guardare avanti con una visione urbanistica radicalmente diversa. Non possiamo più scegliere tra chi ha costruito nei greti dei torrenti e chi ha occupato ogni singolo fazzoletto di terreno per soddisfare le richieste dei costruttori. È arrivato il momento di affermare un principio semplice ma rivoluzionario: il suolo è un bene comune, limitato, e non rinnovabile, da tutelare per le generazioni future La storia urbanistica di Rende parla chiaro: dalle cubature imponenti del Piano Regolatore degli anni ’70 nelle aree vallive di Quattromiglia, Commenda e Roges, fino alla cementificazione accelerata delle colline di Arcavacata con il Piano Particolareggiato dell’Area Universitaria nei primi anni 2000, spesso in assenza di una viabilità adeguata.
Contro questo modello opaco e fallimentare, SINISTRA per RENDE propone una rottura netta: non più espansione a favore della speculazione, ma rigenerazione urbana a favore della comunità. Sinistra per Rende ritiene che il suolo sia un bene comune non rinnovabile e che bisogna pensare ad approcci urbanistici orientati alla salvaguardia dell’ambiente.

Per questo motivo crediamo che due dovranno essere i concetti cardine di ogni scelta urbanistica: 1) Consumo di suolo zero: limitare le nuove costruzioni, privilegiare il recupero, la riqualificazione e la riconversione dell’esistente 2) Agglomerazione urbana: con l’agglomerazione ogni centro, ogni comunità, mantiene la propria autonomia amministrativa e di governo ma si mette in comune la pianificazione e la gestione dei servizi. Dovrà essere altresì approntato un Piano comunale di Rigenerazione urbana, per trasformare spazi dismessi in luoghi di vita, cultura, innovazione e inclusione. Un Piano in cui si preveda il Censimento degli edifici sfitti, abbandonati o sottoutilizzati, sia pubblici che privati, con priorità al loro recupero per finalità sociali, abitative, culturali o produttive.
Il nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) potrà essere un reale strumento al servizio della comunità solo se basato sul confronto reale con la cittadinanza e con i territori limitrofi, in un’ottica intercomunale, andando verso un Piano Strutturale Associato (PSA). La perequazione urbanistica dovrà essere intesa in maniera trasparente e giusta rispondendo a criteri di equità sociale e sostenibilità e non dovrà più essere uno strumento nelle mani dei potenti di turno. Vogliamo che il verde sia protagonista della rigenerazione urbana di Rende, non un elemento marginale o decorativo.
Per questo proponiamo un Piano comunale del verde urbano, redatto in maniera partecipata con cittadini, esperti e associazioni, che pianifichi la riqualificazione, l’espansione e la gestione sostenibile delle aree verdi esistenti e future. Un Piano che preveda la Manutenzione regolare e qualificata del patrimonio verde, per garantire fruibilità, sicurezza e decoro, evitando l’abbandono e il degrado che troppo spesso colpiscono parchi e giardini ed al contempo crei nuova occupazione con l’inserimento di figure professionali specifiche».