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Ieri sera era a Bologna in un quartiere popolare dove lo spaccio di droga è una delle principali attività illecite di una parte dei residenti, oggi invece si trovava a Serra San Bruno, comune in provincia di Vibo Valentia per riprendere il filo elettorale con i calabresi, e terminerà il suo tour a pane e ‘nduja a Catanzaro. Poi ritornerà al Nord, dove a Fidenza (provincia di Parma) è in programma un nuovo appuntamento con gli emiliani. Che piaccia o meno, Matteo Salvini è il vero protagonista della campagna elettorale, perché nessuno come lui riesce a stare dappertutto nel giro di poche ore. Nessuno ha fatto come lui, probabilmente, come ricordava un po’ di tempo fa il vice direttore del Corriere della Sera, Antonio Polito.
Il presunto spacciatore tunisino
A Bologna si è presentato al citofono di una famiglia tunisina, prendendo per buone le dichiarazioni di una signora che indicava il capo famiglia e il figlio di quest’ultimo, quali spacciatori incalliti. Accuse che neanche il magistrato più cinico riuscirebbe a fare senza un briciolo di riscontro documentale. Salvini è anche questo ed infatti la sinistra italiana, nonché il Parlamento tunisino, questa mattina si sono scatenati contro il leader della Lega, reo di aver incriminato un cittadino di un reato grave, senza avere prove. Ovviamente, il modo di fare di Matteo Salvini, rientra in una strategia politico-comunicativa che non ha precedenti in Italia. Se sarà efficace o meno, lo stabiliranno le urne.
Salvini a Serra San Bruno e le accuse di Fabio Volo
Il leader della Lega, Matteo Salvini stamane si è recato nel cuore del Vibonese, per parlare ai cittadini di Serra San Bruno che hanno riempito la piazza del paese come in un giorno di festa. Dal palco, però, l’ex ministro dell’Interno ha replicato agli attacchi della sinistra, affermando che «sanno solo insultare, mentre noi riempiamo le piazze perché parliamo di programmi. A rincarare la dose poi c’ha pensato lo scrittore Fabio Volo, ex Iena di Italia Uno, che ha criticato duramente Salvini, chiedendogli «di non fare il forte con i deboli» e di avere il coraggio «di andare a citofonare anche ai camorristi, se solo avesse le palle di farlo».