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L’effetto Sandro Principe è dirompente e la corsa ad affiancarlo in ogni sua uscita pubblica è segno dei tempi. I riflettori sono tutti per lui, così come anche i voti a Rende hanno viaggiato in un’unica direzione. Manca ancora una sezione da scrutinare, ma la composizione del Consiglio comunale è cristallizzata: 15 consiglieri di maggioranza più il sindaco, 9 di opposizione.
I testa a testa delle ultime ore sono tra Clelio Gelsomino, Francesco “Rando” Gentile e Francesco Greco per due posti nella lista dei record (“Insieme per Rende”), tra Luigi Marafioti ed Enrico Monaco per un seggio in “Rende Azzurra” e tra Gianluca Garritano e Sabrina Sinicropi per l’unico scranno destinato a “Futura”. La tornata elettorale, però, ha consegnato due indicazioni importanti. La prima è che a Rende si vota la persona e non il partito e la seconda è che i risultati della precedente tornata elettorale possono essere stravolti facilmente in quella successiva, di qualsiasi natura essa sia.
Dove sono i voti di M5S, Avs e Lega a Rende?
Il confronto immediato è con le Europee del 2024. Un anno fa di questi tempi si celebrava a Rende l’affermazione del campo progressista, quello per intenderci più a sinistra del Pd. Dirompente il M5S col 21,30% e 2527 preferenze incassate, di cui 1096 solo per il mattatore Pasquale Tridico volato a Bruxelles. Dopo dodici mesi l’intera coalizione a sostegno di Rossella Gallo, grillina della prima ora, ha incassato 1174 voti. I pentastellati appena 647. Il più votato delle due liste a sostegno al netto dell’ultima sezione? Domenico Passarelli, di Rifondazione Comunista, in “Sinistra per Rende” arrivato a quota 130.
Avs ha scelto di non partecipare con il simbolo alla competizione. Dissidi interni hanno portato il circolo a spaccarsi. Alle Europee l’Alleanza Verdi Sinistra quasi doppiò la media nazionale con il 12,41%, merito dell’accoppiata Maria Pia Funaro-Mimmo Lucano. Stavolta il risultato è stato un partito frantumato nelle coalizioni di Principe e Gallo. A sostegno del nuovo sindaco c’hanno provato senza successo Antonio Curcio, dimessosi da segretario di circolo di Sinistra Italiana dopo il ko al referendum, e con un’ottima affermazione Daniela Ielasi che è entrata in Consiglio comunale anche grazie al supporto di una parte di Attiva Rende di Mimmo Talarico (occhi e mente di Tridico nell’area urbana, ndr).
Dall’altra parte della barricata va evidenziato il flop della Lega. Nemmeno l’arrivo di Matteo Salvini e la presenza di una parlamentare come Simona Loizzo (700 voti sommati a quelli del generale Vannacci un anno fa per il 7,43% del Carroccio, ndr) e della consigliera regionale Katya Gentile sono serviti a spingere la lista a superare la soglia minima. Niente approdo nel pubblico consesso, pertanto: i 272 voti complessivi sono un dato che fa riflettere…
Forza Italia e Fratelli d’Italia, grande gelo
Fratelli d’Italia, come evidenziato in un altro articolo, ha sparato a salve la sua cartuccia. Marco Ghionna, candidato riconducibile all’area di Fausto Orsomarso, non ha sfondato. Anzi. Fratelli d’Italia (5,16%) rispetto ad un anno fa ha visto evaporare 700 preferenze che hanno implicato anche il sorpasso di Forza Italia. Con il simbolo civetta di Rende Azzurra (6,87%) è risultato il primo partito della coalizione di centrodestra eleggendo due consiglieri: una è Stefania Galassi, per la quale si è spesa il consigliere regionale Pierluigi Caputo.
Allargando il campo, il raggruppamento che ha il presidente della Regione Roberto Occhiuto come leader, ha incassato sonore sconfitte in tutta la Calabria. Nell’area urbana bruzia c’è anche una lettura maliziosa da dare: in Forza Italia pare infatti che nessuno abbia dimenticato lo scarso impegno al referendum della città unica dello scorso primo dicembre degli alleati con la fiamma nel simbolo.
Il tracollo del Partito Democratico
Tutto ciò che il Partito Democratico poteva sbagliare, infine, lo ha sbagliato. A Rende un anno fa i democrat si attestarono a 2099 preferenze col 17,695. Il 25 e 26 maggio scorso sono stati travolti dal flop di Giovanni Bilotti, “contribuendo” con i 1120 voti della lista civetta “Progressisti Democratici” e portando nell’assise l’ex assessore di Manna Fabrizio Totera che il suo, con 302 voti, tuttavia l’ha fatto.