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«La Giustizia (almeno, quella con la maiuscola) dovrebbe essere lasciata libera di compiere il suo (seppur lunghissimo) corso. La Politica (sempre, ovviamente, quella con la maiuscola), invece, dovrebbe assumersi l’onere di svolgere i doveri civico-amministrativi, a prescindere dai tempi della suddetta Giustizia ed indipendentemente se si sieda tra i banchi della maggioranza o in quelli della minoranza». E’ l’incipit di un comunicato del Laboratorio Civico, gruppo di maggioranza in Comune a Rende e colonna portante dell’amministrazione Manna.
«Ed allora – si legge in una nota – anziché perdersi in telefonate frenetiche ed alquanto dequalificanti (con le quali, si vorrebbe convincere/costringere i colleghi consiglieri a disertare le sedute del consiglio comunale), bisognerebbe essere presenti all’appello e “parlare” al prossimo ed alla Città delle proprie idee e dei propri progetti e, magari, anche delle personali ipotesi di risoluzione delle problematiche più urgenti e preoccupanti. Oppure, anche solo per contestare e contrastare – motivando accuratamente – avverse idee e progetti dei quali non si condivide nulla o quasi».
Il Laboratorio Civico fa riferimento al consiglio comunale di ieri pomeriggio, dove gran parte dei rappresentanti dell’opposizione non si sono presentati. «Ed invece – evidenzia il Laboratoro Civico di Rende – si tace, si mormora, si spettegola (tramando) nella penombra di qualche bar cittadino o sotto la luce fioca di qualche “palla” che tutto fa tranne che illuminare. E non si conclude nulla o, meglio, si continua a sconcludere, facendo la figura del bue che contesta le corna all’asino, il quale – nel caso di specie – non è né cornuto né “ciuccio”. Certo, il timore che qualcuno possa chiedere “lumi” della (fioca ma costosissima) illuminazione cittadina progettata tanti anni “riformisti” addietro è fondatissimo. Così come è molto concreto che a qualcun altro possa venire in mente di chiedere “conto” di procedure espropriative (drammaticamente onerose per le casse comunali) avviate “telefonicamente” altrettanti anni “riformisti” fa».
Il Laboratorio Civico manda qualche frecciata ad personam ai principiani. «Oppure, giusto per non insistere troppo sugli ultimi anni “riformisti”, di scarichi fognari che sgorgano nei fiumi o di palazzi costruiti sui margini degli stessi o di interi quartieri costruiti a “terrazze” (anziché sul mare, però, sotto il livello del terreno) o di centri sportivi pubblici divenuti “privati ad uso pubblico” o di mostri inquinanti lasciati agire (quasi) indisturbati per diversi decenni o di “laghetti con le paperelle, balneabili e navigabili” lasciati pericolosamente incompiuti ed a rischio di restituzioni milionarie a carico dei Cittadini o di palazzetti e di piscine (costruiti ed abbandonati) e tanto, ma proprio tanto, altro ancora».
«Quindi, a pensarci bene, le assenze ed i silenzi delle minoranze, seppur appaiano umanamente comprensibili, rimangono politicamente inaccettabili. Ed allora, però, sarebbe più giusto – tanto per rimanere in tema “marinaro” – parlare della inaffondabile Amerigo Vespucci piuttosto che del tragicamente famoso Titanic. O no?» conclude sarcasticamente la nota.