«L’attuale degrado sociale di una Comunità va di pari passo con il depauperamento della prassi democratica; quanto questo sia frutto di un disegno elitario, figlio di un assoggettamento ai tempi dell’economia di mercato, è un aspetto su cui corre l’obbligo interrogarsi, ma per il quale purtroppo conosciamo la risposta. Questa crisi della democrazia si sta via via evidenziando in modo marcato anche nelle Istituzioni locali, proprio quelle che dovrebbero essere maggiormente prossime ai cittadini. L’idea che la Democrazia si debba esercitare essenzialmente con il voto, salvo poi lasciare una delega in bianco a maggioranza e Sindaco, è talmente entrata nella mentalità del cittadino cosentino, da convincere chi governa che si possa decidere senza alcun percorso condiviso e partecipativo». È l’incipit di una nota diramata dal comitato di Coordinamento “Progetto Meridiano”.

«Il concetto di trasparenza amministrativa e di progettualità partecipata  – prosegue la nota – non si può limitare alla pubblicazione sul sito istituzionale a cose fatte, di un progetto che prevede l’indirizzamento di risorse, senza alcun confronto con chi potrebbe beneficiarne e conoscerne le priorità: Scuole, quartieri, persone, servizi e quant’altro. La legge regionale 5 dicembre 2003, n. 23 art.1 comma 3 recita: “la Regione riconosce la centralità delle Comunità locali, intese come sistema di relazioni tra le Istituzioni, le persone, le famiglie, le Organizzazioni sociali, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, per promuovere il miglioramento della qualità della vita e delle relazioni tra le persone“. Ne consegue una legittima aspettativa, verso chi governa l’Istituzione locale, di una visione di Città, o di area urbana, condivisa e calata nella realtà e non un’astrazione che non tiene conto dei contesti in cui si opera». 

«Come diceva Calvino nelle “Città invisibili”: “una Città deve rispondere alle domande dei suoi cittadini“. Da questo punto di vista è emblematica la vicenda relativa alla candidatura di Cosenza come Capitale della Cultura. Era evidente a tutti quanto si sia perso negli ultimi anni in termini di “servizi” culturali. Teatri abbandonati, ludoteche chiuse, spazi per incontri culturali assenti se non in gestione di associazioni private, la biblioteca civica abbandonata, l’accademia non più punto di riferimento. Queste solo alcuni esempi di assenza di politiche culturali. Poteva – si chiedono i referenti di Progetto Meridiano – nel caso specifico appunto, avere una possibilità un progetto in cui non ci sia stata nessuna inversione di tendenza nelle pratiche e dove ormai è totalmente assente il dialogo tra tutte le realtà culturali e l’amministrazione della nostra città?».

«Noi – aggiungono – siamo convinti che per raggiungere questo obiettivo occorreva il confronto con la cittadinanza che avrebbe dovuto partecipare con forme di rappresentanza ad una idea di Città e indirizzare le strategie e le risorse per riqualificare la comunità, migliorare i servizi, rigenerare l’ambiente, coordinare le politiche educative e altro ancora. La conoscenza non superficiale dell’area urbana e dei suoi abitanti, con i loro bisogni e difficoltà, con la loro storia è fondamentale per chi decide, in modo da governare la cosa pubblica con concretezza e incisività. Il compito prioritario della politica del Comune si esplica nel realizzare una crescita culturale e sostanziale del territorio». 

«Necessita disegnare insieme una Città educante con l’impegno di tutte le sue componenti, sociali e private, nell’idea comune di realizzare benessere e felicità diffuse. Senza questa fondamentale costruzione collettiva volta ad un sentimento in cui rispecchiarsi come cittadini, nel quale avere contezza di essere parti di una comunità – si chiude la nota – difficilmente riusciremo a porre le condizioni foriere di comportamenti virtuosi, i quali non possono essere che frutto di una cultura che si matura nel tempo con esempi e buone prassi».