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Con la vittoria del Sì potrà effettuarsi la programmazione unitaria del territorio, dei servizi, delle attività produttive; ottenere maggiori entrate (fino a 10 milioni per 15 anni), considerevoli economie di scala sui servizi di igiene urbana, trasporti, forniture, mense scolastiche e scuolabus nonché un significativo risparmio sui costi della politica (circa 6 milioni in 15 anni). Sarà possibile anche mantenere per 5 anni tariffe e tributi differenziati nei comuni preesistenti. Nessuno cancellerà Rende e Castrolibero. Sarà la città della partecipazione e del decentramento, ormai non siamo più soli a sostenerlo. I rendesi e i castroliberesi (quasi tutti cosentini) non solo potranno eleggere i propri rappresentanti nel Consiglio comunale della città unica ma avranno anche autonomia decisionale nella gestione di alcuni importanti servizi.
Piero Minutolo: «Il nuovo Ente sarà affidato anche ai tre municipi»
Il governo del nuovo Ente infatti non sarà affidato soltanto al Consiglio comunale ma anche a tre Municipi: Cosenza centro, Rende e Castrolibero dotati di organi eletti a suffragio universale. Ad essi dovranno essere delegate, a nostro avviso, le funzioni amministrative inerenti la manutenzione di edifici scolastici, verde pubblico, marciapiedi, strade, rete idrica e fognaria nonché per la gestione degli impianti sportivi di quartiere e l’organizzazione di iniziative rivolte a valorizzare le tradizioni culturali e religiose delle comunità originarie.
«Non c’è un Piano di trasporto pubblico locale condiviso»
Il procedimento avviato dalla Regione per l’attuazione della città unica oltre che previsto dalla Costituzione nasce probabilmente anche dalla constatazione che i tre comuni ancorché limitrofi non hanno voluto o saputo porre in essere validi strumenti di cooperazione rivolti ad ottenere un equilibrato sviluppo del territorio e una razionale programmazione dei servizi. Ed in effetti pur sussistenti i presupposti di legge non abbiamo un Piano Strutturale Associato. Ciascuno dei tre comuni si è dotato o è in procinto di dotarsi di un proprio Piano Strutturale Comunale. Non c’è un Piano di trasporto pubblico locale condiviso e un’unica azienda in grado di garantire un rapido servizio nel territorio dei tre comuni e con l’Università anche per evitare ai fruitori del servizio di dover cambiare più mezzi per giungere a destinazione.
Piero Minutolo: «L’esperienza del passato ci deve essere maestra»
A 15 anni dall’inaugurazione del viale parco di Rende non è stato ancora realizzato il collegamento stradale con quello di Cosenza determinando un caotico traffico automobilistico nel tratto Roges-Cosenza. Cosenza, Rende e Castrolibero fanno parte incredibilmente di tre diversi ambiti territoriali per la
programmazione dei Piani di zona degli interventi e dei servizi sociali. L’alternativa alla città unica non può essere però l’Unione dei Comuni. L’esperienza del passato ci dice che le sette Unioni realizzate nella provincia di Cosenza si sono rivelate fallimentari come il Consorzio per la gestione dei rifiuti ed il Consorzio dei trasporti. Di questi Enti non c’è più neanche la cenere. Resta soltanto il ricordo di un enorme spreco di risorse umane e finanziarie. Non è plausibile pertanto riproporla specialmente adesso con gli Enti locali in sofferenza per via della drastica riduzione dei trasferimenti statali e delle dotazioni organiche che nei tre Enti sono ridotte al lumicino.
«Con la fusione al via ciò che i comuni non hanno fatto singolarmente»
Con la città delle tre città sarà possibile fare ciò che i comuni singolarmente non sono riusciti a fare. Si potrà adottare un solo strumento urbanistico che potrebbe porre un freno alla costruzione di nuovi edifici a destinazione residenziale (sono migliaia gli appartamenti vuoti nei tre comuni) e indirizzare le risorse finanziarie e professionali verso la rigenerazione delle periferie e il recupero dei centri storici. In collaborazione con l’Università e la Regione sarebbe possibile realizzare nell’area industriale di Rende (ora in gran parte occupata da call center e attività commerciali) un polo di ricerca per tentare di attrarre aziende produttive ad elevato indice occupazionale. La città unica potrà costituire una preziosa opportunità per porre fine a rivalità, desideri di primazia, micro interessi e campanilismi di ieri che purtroppo ancora oggi affiorano nel confronto politico e impediscono di avere la visione unitaria di uno sviluppo sostenibile in grado di ricreare fiducia nel futuro e, nei giovani, ragionevoli motivi per restare qui.
Piero Minutolo