Non penso sinceramente che l’alleanza col PD sia stata la morte nera del M5S. Sono orgogliosa di questo Governo e dell’operato di Conte, e onestamente mi sono sentita molto più a disagio quando si andò al Governo con la Lega. Approssimazione, superficialità, pura comunicazione sensazionalistica guidano la Lega, e il successo mediatico (e non solo) che giorno dopo giorno conquistava, aveva portato anche alcuni nostri rappresentanti del m5s a inseguire quel registro di comunicazione se non addirittura le posizioni politiche da tenere.

Nelle parole di ieri di Alessandro Di Battista ci sono però aspetti che condivido. Lo ripeto ormai da tempo, abbiamo smarrito la nostra identità e solo una riflessione profonda sui temi e, conseguentemente, sulla nostra organizzazione interna possono restituirci forza e dunque credibilità. Abbiamo raggiunto dei risultati importanti, dal reddito di cittadinanza alla legge anticorruzione (e pochi giorni fa anche l’UE ha riconosciuto all’Italia l’impegno nella lotta alla corruzione con gli strumenti messi in campo).

Ci manca però una progettualità a lungo termine: è come se finora si fosse andati avanti con l’obiettivo di raggiungere singoli punti programmatici senza avere però una visione globale per il nostro Paese, guidata certamente da principi, valori, ma che miri a disegnare il futuro dei nostri cittadini, con ambizione politica accompagnata da sano pragmatismo.

Nel tempo, su diverse posizioni la postideologia si è tradotta in attendismo, l’approfondimento ha lasciato spazio a slogan diretti ed efficaci comunicativamente ma poco utili a quella “rivoluzione culturale” che doveva essere obiettivo del M5S, il confronto tra portavoce sempre più difficile, gli attivisti più validi spesso si sono scoraggiati e allontanati. Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, occorre un confronto partecipato, approfondito, schietto. (*europarlamentare M5S)