Un nuovo caso di disservizio sanitario scuote la provincia di Cosenza. A San Marco Argentano, l’ufficio protesi e ausili dell’ospedale è stato chiuso per mancanza di personale, aggravando ulteriormente le criticità in un’area già fortemente penalizzata sul piano dell’assistenza pubblica.

A sollevare la questione sono il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua e il vicepresidente dell’Assemblea Franco Iacucci, che parlano apertamente di “emergenza” e denunciano l’inadeguatezza delle politiche sanitarie regionali.

«Questo episodio – scrivono i due consiglieri – svela una realtà amara: l’incapacità del governo regionale di affrontare le carenze strutturali e organizzative della sanità calabrese. L’attività dell’ufficio è stata sospesa per la mancata sostituzione di due dipendenti amministrativi andati in pensione».

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A lanciare l’allarme è stato Marco Iovino, cittadino di Sant’Agata di Esaro, che ha denunciato l’ennesima situazione di abbandono istituzionale: «Non c’è alcuna programmazione, né risposte concrete da parte della Regione, che continua a ignorare i problemi cronici delle aree più fragili, come quella di San Marco Argentano».

Bevacqua e Iacucci puntano il dito contro la narrazione politica del presidente Roberto Occhiuto, commissario alla sanità calabrese, accusato di propagandare una “rivoluzione sanitaria” che nei fatti non si è mai realizzata. «La politica – affermano – deve tornare a occuparsi seriamente delle esigenze della popolazione, non con slogan o post sui social, ma con interventi concreti. La sanità ha bisogno di investimenti reali, personale adeguato e di una programmazione responsabile».

Il caso di San Marco Argentano diventa così emblematico di una crisi sistemica che continua a colpire i cittadini calabresi, privandoli di un diritto essenziale come quello alla salute.