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Da troppo tempo il partito vive una stagione critica a tutti i livelli. In 15 anni il PD ha visto 9 segretari 2 scissioni e 6 milioni di voti persi. Una catastrofe che merita attenzione anche da parte nostra. E’ necessario recuperare una credibilità affinché gli elettori di centrosinistra, che sono più politicizzati di quelli del centrodestra che solitamente si affidano al leader di turno, ritrovino entusiasmo e recuperino lo spirito di partecipazione.
È ben chiaro a tutti il quadro politico che stiamo attraversando: populismo e sovranismo sono fortemente rappresentati in Europa e nel contesto internazionale e la destra-destra che governa il nostro paese è in linea con questa tendenza. Meloni e compagni affermano di voler scrivere la storia volendo essere loro stessi novelli costituenti e da qui il disegno che perseguono con premierato, autonomia differenziata, rivisitazione dei rapporti e dei confini della magistratura. II Partito pare abbia preso coscienza di ciò per cui bene ha fatto la nostra segretaria ad intraprendere la strada della politica fatta per strada individuando cinque priorità nel programma politico che porta avanti.
Sanità, lavoro, scuola, transizione ecologica, diritti civili e sociali sono una politica che guarda alla cittadinanza, alla democrazia e alla costituzione. Bisogna altresì avviare una discussione aperta per ricevere idee e proposte da chiunque voglia partecipare, ricominciare dal basso per riaccendere entusiasmo in quella metà degli italiani che non hanno preso parte al voto. Questa è la sfida di una democrazia in crisi. Utilizzare competenze e menti interni ed esterni perché troppo rapidi i mutamenti della società per poterli affrontare da soli, penso al potere politico fortemente in affanno di fronte al potere digitale, all’intelligenza artificiale e ai nuovi lavori. Tutto quanto sopra alle nostre latitudini è amplificato.
ll governatore Occhiuto regna da sovrano incontrastato ed i tentativi della minoranza di contrastare questa regnanza non sono sufficienti. Tante le doglianze nei confronti del governatore: sanità e non ultimo il commissariarnento per la rete ospedaliera, la gestione delle Asp, l’autonomia differenziata, itrasporti (alta velocità e 106), il ponte sullo stretto, la gestione aeroporti, la vicenda Sacal, l’utilizzo di risorse in maniera impropria e fideista a fronte delle quali non si riesce ad aggredire le vicende e portarle su un piano di denuncia pubblica.
Anche qui si avverte la mancanza di una guida in grado di dettare temi e tempi per una battaglia politica. Eguale problematica di mancanza di guida politica la viviamo nella nostra provincia dove gruppi e singoli hanno agito a difesa delle proprie posizioni o di posizioni da conquistare. Ebbene, di fronte a questo scenario i dirigenti regionali e provinciali non trovano di meglio che sfilarsi dall’agone politico e la vicenda di Lamezia Terme è paradigmatica. Nei cinque comuni del cosentino dove si vota non abbiamo contezza di incontri tra la segreteria provinciale, i tesserati e simpatizzanti del partito per una linea di condotta che dovrebbe essere comune e condivisa in ogni caso nel perimetro del centrosinistra.
Ribadiamo nessun tentennamento nei confronti di sirene che richiamano situazioni pasticciate dove non si riconosce chi sta a destra e chi sta a sinistra, nessuno spazio politico a personalismi e a soggetti che pur tesserati sono stati causa di allontanamento di tesserati e simpatizzanti che ha prodotto un astensionismo che ci ha penalizzato. Siamo all’antitesi della politica: ci piace fregiarci del titolo di generale ma poi di fronte alla battaglia ci ritiriamo. Ma che mi risulti il segretario provinciale è ancora in carica e pertanto può e deve gestire questa fase complicata della vita del partito oppure ancora una volta il buon segretario provinciale preferisce abdicare come fatto in occasione di recenti dimissioni poi revocate.
Come già detto in una precedente nota, se non è nelle condizioni di portare avanti una guida politica che nomini uno o più commissari nei vari comuni dove si vota perché si tratta di comuni importanti. Questo considerato che non si possono abbandonare i nostri tesserati alle diatribe interne che tanto male hanno fatto, perché non si può immaginare che in questi comuni non ci siano liste del Pd. Ma veramente intendiamo preparare la prossima battaglia elettorale alle regionali presentandoci con queste credenziali? Mi rivolgo anche al segretario regionale anch’esso tutt’ora in carica perché si faccia parte attiva in questa delicata situazione.
Elio Bozzo – Democratici per la Calabria