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«Alle prossime elezioni di Rende non si gioca una semplice partita tra candidati – sostiene Lisa Sorrentino -. Si decide se continuare a vivere in una città che subisce le scelte, oppure costruirne una in cui le scelte si fanno insieme. Ed è su una delle questioni più stringenti, la sanità pubblica, che si gioca la posta più alta». Candidata a consigliere comunale con Progetto Comune, l’ex assessora si schiera a sostegno dell’aspirante sindaco Giovanni Bilotti.
«Nel nostro territorio si continua a morire di malasanità: ospedali sotto organico, servizi inefficienti, pronto soccorso al collasso, fiducia pubblica ridotta a zero. Ma mentre la realtà grida l’urgenza di un investimento vero, trasparente, pubblico, la scena elettorale si muove pericolosamente nella direzione opposta. In due degli schieramenti, come in un moderno conflitto tra Guelfi e Ghibellini, l’ombra della sanità privata aleggia con forza, sotto le insegne di simboli rinnovati ma strategie antiche. Dietro le dichiarazioni ufficiali, si avverte il pericolo concreto che si stiano preparando nuovi spazi per il profitto privato su un diritto fondamentale», prosegue Lisa Sorrentino.
L’ex assessora ai beni comuni sottolinea poi: «la città non può permetterselo. E la cittadinanza non può restare spettatrice. La sfida più importante si gioca a Rende, dove è in corso la costruzione di un progetto decisivo per l’intera area urbana e per tutta la Calabria: la nascita di un polo ospedaliero pubblico, collegato alla nuova facoltà di Medicina dell’Università della Calabria. Sarà questo il cuore pulsante della sanità del futuro. E proprio per questo non può essere sottratto al controllo delle comunità locali. Serve partecipazione. Ma vera, non di facciata. Serve che i comitati territoriali, le associazioni, i movimenti civici abbiano spazio istituzionale e riconoscimento pieno per vigilare, avanzare proposte, controllare gli atti».
«Serve che la cittadinanza organizzata possa essere sentinella democratica, garante della trasparenza e della legalità e, soprattutto, barriera contro ogni tentativo di privatizzazione dei diritti fondamentali. La salute non è un affare – prosegue -. È un diritto costituzionale. E ogni scelta sul futuro della sanità – dalle nomine alla progettazione, dai fondi alla governance – deve essere condivisa, pubblica, monitorabile».
«Una democrazia è matura quando non ha paura di farsi guardare dentro.
Quando è capace di mettere in campo processi partecipativi reali, non solo consultazioni cosmetiche. Il futuro del nuovo polo sanitario non può diventare la nuova frontiera di clientele e interessi.
Deve essere un’opera collettiva, costruita nella luce, con competenza e giustizia. Solo così si restituisce alla città dignità. Solo così si costruisce un’idea di salute che non lascia indietro nessuno» asserisce infine Sorrentino.
«Il futuro appartiene alle nuove generazioni, e non abbiamo il diritto di comprometterlo. Per questo crediamo in un progetto di rigenerazione della sanità pubblica che sia davvero collettivo, radicato nei territori e sottratto alla logica del profitto. Perché difendere il diritto alla salute oggi significa garantire giustizia e dignità democratica domani» ha concluso Lisa Sorrentino.