Un incontro che ha messo al centro del discorso i cittadini di uno dei quartieri simbolo della partecipazione attiva a Rende: a Villaggio Europa il candidato a sindaco Giovanni Bilotti ha voluto incontrare gli abitanti del rione verde della città. Ad accompagnare Bilotti, l’ex assessora ai beni comuni Lisa Sorrentino che, proprio durante il suo mandato riuscì. nell’ambito delle opere di rigenerazione dei Beni Comuni promosse dall’ente, ad affidare in autogestione la sede di piazza Italia alle associazioni ACRIP, Casa dei diritti sociali e l’Insieme, così come fu fatto per il campo sportivo permettendo così di riqualificare l’impianto dando ai ragazzi del quartiere la possibilità di poter praticare il calcio anche a livello agonistico.

Proprio l’ex assessora nel corso dell’incontro ha voluto sottolineare come: «la partecipazione attiva deve essere il fondamento di ogni decisione, la chiave per costruire un sistema che non solo risponda ai bisogni dei cittadini, ma li renda protagonisti del cambiamento. Ed è qui che entrano in gioco i beni comuni. Non sono semplicemente risorse da preservare, ma il cuore pulsante di una democrazia che supera il concetto di proprietà individuale. I beni comuni appartengono a tutti e devono essere gestiti collettivamente, attraverso un rapporto equilibrato e paritetico tra cittadini e amministrazione, anche conflittuale ma mai subalterno.

Ogni decisione che li riguarda deve nascere da una riflessione condivisa, da una partecipazione attiva. Gestire i beni comuni significa riconoscere che siamo tutti responsabili, che la cura del bene comune è un dovere collettivo e che la società si rafforza quando decide e agisce insieme».

Il candidato a sindaco Giovanni Bilotti ha poi aggiunto: «Villaggio Europa, un quartiere che rappresenta un esempio concreto di urbanistica pensata per le persone, per la qualità della vita, per la sostenibilità e per la coesione sociale. Ma soprattutto, un quartiere che ha saputo resistere. Mentre altrove si è pensato a costruire senza criterio, qui il progetto visionario dell’architetto Empio Malara ha fatto scuola in Europa. La comunità, poi, ha difeso il proprio territorio, opponendosi a un modello di sviluppo che ha cancellato identità e bellezza in nome del profitto”.

Bilotti ha però anche sottolineato: «Oggi però, il Villaggio appare ferito dall’incuria: erba alta, verde pubblico trascurato, spazi abbandonati. È il segno di un disinteresse istituzionale che non può più essere accettato. Bisogna intervenire con urgenza . Ma questa condizione, per quanto grave, non cancella la forza di un luogo che ha ancora molto da insegnare e da dare. È da qui che riparte la nostra visione: una rigenerazione urbana che sia reale, profonda, condivisa. Rigenerare non è costruire ex novo, ma valorizzare l’esistente, tutelare i beni comuni, restituire dignità ai luoghi e centralità alle persone. Ed è proprio la partecipazione attiva la chiave di tutto.

Nessuna rigenerazione sarà efficace se imposta dall’alto, senza coinvolgimento, senza ascolto, senza condivisione. Crediamo in una città in cui le decisioni non si prendano nelle stanze chiuse del potere, ma si costruiscano insieme ai cittadini, con trasparenza e responsabilità. Una città che riconosca il valore delle competenze diffuse, delle esperienze locali, delle reti di solidarietà, delle energie civiche.

La partecipazione non è un atto formale: è il fondamento di una democrazia reale, di una città giusta e viva. Il nostro programma mette al centro proprio questo: l’ascolto dei territori, la co-progettazione con chi li vive ogni giorno, la gestione condivisa dei beni comuni. Rende ha bisogno di un nuovo patto tra istituzioni e cittadini, fondato sulla fiducia, sulla trasparenza e sul protagonismo diffuso».

«Il Villaggio Europa, con la sua storia e con la sua comunità, è il simbolo di questa sfida. Un luogo che ha resistito e che oggi può rinascere, non solo come spazio fisico ma come modello politico e sociale. Camminiamo insieme, con passione e responsabilità, per costruire una Rende più giusta, più verde, più partecipata. Perché solo insieme possiamo davvero cambiare il futuro», ha concluso Bilotti.