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La partecipazione attiva da parte dei cittadini, degli enti di settore, dei partiti e della società civile in ogni fase progettuale della campagna elettorale è per GenerAzione sinonimo di trasparenza e condivisione, oltre elemento fondante della nostra visione di città cosmopolita”, così Giovanni Bilotti, candidato a sindaco di Rende nelle prossime elezioni amministrative.
“Come già espresso da altri in precedenza, è sentire comune creare una cesura con le pratiche personalistiche che hanno segnato per molti anni le politiche a Rende. Bisogna confrontarsi, dialogare costantemente, condividere. Un dialogo a più voci è sicuramente più efficace, anche in termini di legalità, di un soliloquio”, ha proseguito l’ingegnere.
“Perseguire i principi di un garantismo legato alle fonti primarie del diritto e, in primis, alla nostra Costituzione, rifuggendo da ideologismi, convenienze e circostanze di facciata e su questo comune terreno parlare di linee programmatiche significa caratterizzare in maniera limpida l’dea di una Rende rinnovata, capace di guardare al proprio futuro in maniera consapevole”, ha poi affermato Bilotti.
Il candidato a sindaco entra poi nello specifico sostenendo come: “il tema della legalità debba essere affrontato in maniera viscerale: ciò può avvenire solo attraverso gesti concreti, avvalendosi di nuovi strumenti”.
Da qui la proposta del candidato a sindaco di: “istituire un gruppo di lavoro che possa lavorare su queste tematiche, al fine di garantire anche una radicale e continua rotazione di tutti gli incarichi dirigenziali nei settori più cruciali. Riteniamo sarebbe utile proporre una Consulta per la legalità e la chiarezza, composta da cittadini, forze civiche ed esperti indipendenti. Mettere la legalità al centro dell’azione amministrativa significa garantire alla città un governo trasparente, una maggiore rappresentanza, partecipazione attiva e ascolto continuo, co-progettando gli interventi sul territorio in modo che siano rispondenti ai concreti bisogni dei cittadini”, ha sottolineato Bilotti, concludendo: “Rende deve continuare ad essere una città aperta al dialogo, plurale in cui la certezza delle regole e il rispetto dello stato di diritto siano elementi caratterizzanti e propedeutici ad un agire politico e amministrativo limpido”.