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«Non parteciperemo al consiglio comunale di venerdì 9 febbraio, in segno di protesta per la mancata previsione all’interno dell’ordine del giorno della discussione in merito alla risoluzione da noi presentata nel corso dell’ultimo consiglio sul caso Amaco, così come quella sulla stabilizzazione dei tirocinanti presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia, questioni che toccano cittadini, utenti e lavoratori che meritano una discussione da parte della massima assise democratica del comune». Lo affermano in una nota i consiglieri comunali di Cosenza Bianca Rende e Francesco Luberto.
«La nostra interpretazione dell’articolo 29 comma quinto e sesto del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, infatti, conduce alla discussione di cui sopra direttamente alla seduta successiva, tanto più in considerazione della delicatezza e importanza degli argomenti proposti, e, dunque, a quella calendarizzata per giorno 9. Non si può accettare l’interpretazione – dicono i due esponenti dell’opposizione – per cui il rinvio fosse stabilito solo per la discussione sulle nuova composizione delle commissioni, tant’è che last minute è stato aggiunto da parte della presidenza e senza alcuna discussione con i capigruppo, un nuovo punto riguardante la vendita dell’immobile in via degli Stati da cedere all’ASP».
Bianca Rende e Francesco Luberto insistono: «Ci pare quanto mai evidente che dell’Amaco in Consiglio non se ne voglia parlare e se questa resta una richiesta delle organizzazioni sindacali, sicuramente non è nell’interesse dell’utenza e dei cittadini che vogliono conoscere con trasparenza e chiarezza le sorti della municipalizzata comunale senza doversi informare solo dalle indiscrezioni a mezzo stampa, sulle possibili future acquisizioni, che potrebbero non garantire tutti i servizi e di conseguenza l’intera forza lavoro».
«Invochiamo sul punto lo svolgimento di un dibattito chiaro e democratico, all’interno dell’assise comunale, che offra risposte ufficiali ai lavoratori e all’utenza, in merito alla strategia perseguita per la salvaguardia e il rilancio dell’azienda rispetto ai quali non intendiamo coltivare, almeno noi, un atteggiamento rinunciatario, anche perché ci sembra di capire dalla stampa che la curatela non stia aspettando l’udienza sul fallimento» conclude il comunicato.