Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
La prima pietra verrebbe posata troppo tardi. A Palazzo dei Bruzi non è stato stappato lo spumante dopo la comunicazione di Carlo Gasperini, dirigente dell’Inail, sul cronoprogramma dell’iter che dovrà seguire la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza. «La data del 2027 è lontana anni luce e oggettivamente irricevibile come migliore delle ipotesi» sussurrano dalla maggioranza.
E, comunicati del Pd a parte che elogiano il pur lodevole interessamento di Mazzuca, nemmeno al sindaco Caruso è scesa giù la cosa. Ieri pomeriggio, durante la manifestazione al Parco Romeo, non ha fatto niente per nascondere la contrarietà. Anzi, oggi arriverà anche una nota ufficiale con cui esporrà la sua posizione. Ma che appare essere già chiara.
Gli entusiasmi verranno ridimensionati di colpo, anche perché il sindaco vorrebbe mantenere fede a quanto garantito durante la conferenza che seguì l’approvazione della delibera del consiglio comunale che indicava in Vaglio Lise il sito del nuovo hub. Disse che entro la fine del suo mandato (2026) avrebbe voluto l’avvio del cantiere e quindi chiama in causa la Regione.
In maniera informale ha spiegato che l’Inail dovrebbe limitarsi a stanziare i fondi, mentre tocca alla Cittadella dettare i tempi. E il nodo è proprio questo: l’amministrazione comunale di Cosenza inizia a credere che da Catanzaro non ci sia la piena volontà di realizzare l’opera in tempi rapidi e nel luogo previsto. Anche perché sullo sfondo resta il discorso della città unica e non è un mistero che più di qualcuno strizzi l’occhio alla zona dell’Unical.
Franz Caruso solleva anche il caso relativo al codice degli appalti. Le procedure a suo avviso sarebbero diverse da quelle previste dalla nuova normativa e vorrebbe che dalla Regione si procedesse al più presto con la conferenza dei servizi e con l’accordo quadro. Insomma è partito un nuovo braccio di ferro tra Cosenza e il decimo piano della Cittadella, due enti che viaggiano su rette parallele senza mai incontrarsi.