A conti fatti i toni non sono sembrati certo concilianti. È bene dirlo subito. Chi immaginava che la conferenza stampa “di fine anno” indetta dal Partito democratico di Corigliano Rossano sarebbe potuta servire a gettare le basi dell’ormai fantomatico “campo largo”, si sbaglia di grosso. Ed anzi, al netto delle eccessive polemiche montate dal segretario Franco Madeo contro gli organi di stampa, è servita ad agitare ancor di più le acque con dichiarazioni “puntualmente” smentite – ad esempio – dal mormorio in sala dell’ex sindaco di Corigliano, Giovanbattista Genova, storico dirigente del partito, da sempre avverso a Stasi ed alla fusione (contro cui pontificava prima dell’incontro con i media). 

Dietro le quinte

È mestamente questa la fotografia del Pd di Corigliano Rossano di oggi: un partito consumato dalle mille correnti interne. Anzi, da due: chi sta con Stasi e chi no, anche se potrebbe sembrare riduttivo perché la miriade di anime “contro” si è coalizzata secondo il più classico degli adagi mutuati dalla politica, “il nemico del mio nemico è mio amico”. 

Il quesito giusto da porre, invece, potrebbe essere il seguente: il Partito Democratico farà parte della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni amministrative di Corigliano Rossano? A quanto sembra la risposta oggi è no, ma da qui alle elezioni ci sono ancora cinque – quattro al deposito delle liste – decisivi mesi. 

E questo perché dalle parole di Franco Madeo – eletto segretario cittadino al ballottaggio grazie ai voti di un gruppetto di stasiani tesseratisi alla vigilia del congresso proprio con l’obiettivo di “scalare” il partito – i dem cittadini non sembrano affatto “sposare” le idee del resto del “campo largo” che in questi mesi si è coalizzato, ovvero dei Verdi, Sinistra Italiana, Rifondazione comunista e tutto il movimentismo ambientalista e di centrosinistra che – in barba al Pd – continua a costruire il progetto sulla base di un principio che è conditio sine qua non: il candidato a sindaco dovrà essere Flavio Stasi.

Da quanto emerso ieri sera, invece, il Pd di Corigliano Rossano va sta andando nella direzione opposta, anche se in modo autoreferenziale vorrebbe ergersi a guida della coalizione. E non solo nelle idee («bisognerà riscrivere lo statuto» o «non possiamo prescindere dal centro direzionale a Insiti» che Stasi ha sempre avversato), ma nella proposta. Franco Madeo ha provato a edulcorare un passaggio chiave chiarito poi a margine da Genova: «ll Pd porterà al tavolo un suo candidato a sindaco al momento opportuno e proverà con tutte le sue forze a contrapporsi a Stasi, formulando una ipotesi diversa».

Dichiarazioni che quindi stridono con la volontà del resto della coalizione di centrosinistra, della quale probabilmente farà parte anche il Movimento Cinque Stelle che da tempo – con alcuni dei suoi influenti portavoce – tifa per la ricandidatura di Flavio Stasi. Insomma, mentre i partiti litigano per le poltrone, il civismo continua a prosperare.

I contenuti della conferenza stampa

Madeo, seduto al tavolo col dirigente Giuseppe Candreva, non ha presentato alcuna analisi, non ha affrontato nessuno dei grandi temi (Baker Hughes, Enel) ed ha esordito spiegando i motivi della conferenza stampa indetta «prima per rendere conto del lavoro quotidianamente svolto dal circolo di Corigliano Rossano» e poi per «chiarire in maniera netta e diretta la posizione del Pd, volendo evitare ricostruzioni inappropriate».  

Nel 2023, a detta di Madeo, il Partito democratico ha rispolverato i Giovani democratici che erano spartiti dalla circolazione ed è stato «l’unico partito a scendere in piazza sui temi quali la pace, il salario minimo garantito, la finanziaria». Ed ancora, «abbiamo messo ordine al gruppo consiliare (eletto all’opposizione ed oggi organico alla maggioranza con la neostasiana Rosellina Madeo, ndr) ed avviato il percorso con la coalizione per le amministrative anche attraverso i tavoli tematici». Una coalizione che deve essere «democratica, progressista e riformista». 

«Abbiamo incontrato formalmente e informalmente i partiti di Azione, Italia Viva, Movimento Cinque Stelle, Verdi, Sinistra Italiana, Rifondazione, i socialisti ed i movimenti civici che si riconoscono in Stasi. Il Pd vuole essere il perno della costruenda alleanza e si accollerà l’onere di proseguire su questo percorso. Da qui a breve – ha detto ancora il segretario del Pd – convocheremo un tavolo con le forze politiche per stabilire il perimetro della coalizione, fornire regole e metodi, suggerire come le altre forze la nostra proposta politica con il nome del candidato a sindaco. Infine apriremo la discussione con l’intento di stringere accordo politico. Ed alle forze non porremo alcun diktat».

Poi una “spruzzata” di ordinari obiettivi programmatici come «la fusione intesa come opportunità, la modifica dello statuto comunale che il nuovo consiglio dovrà rivedere soprattutto in relazione al funzionamento dei municipi. Nella città che vogliamo c’è la cittadella dei servizi come suggerisce la legge sulla fusione. E poi gli asset strategici, l’agricoltura con il distretto di alta qualità (di oliveriana memoria e mai decollato, ndr), il consorzio a tutela delle clementine, il turismo, la pesca, il porto dentro un sistema che ha un presupposto guida: la sostenibilità».

Lo scenario

Insomma, se Azione virerà verso il centrodestra – come sembra – Italia Viva (i cui leader sono stasiani) verso il centrosinistra, il Pd sembra avere solo due vie: piegarsi alle volontà del campo largo già “perimetrato” e tarato sul candidato a sindaco o andarsene per i fatti suoi. E con le lusinghiere percentuali (tra il 7-8%) racimolate a Corigliano e Rossano (dove si è anche alleato con Forza Italia nel 2016) e poi a Corigliano Rossano alle competizioni elettorali degli ultimi dieci anni, non sembra essere la migliore delle prospettive.