Comunicati a raffica, con una frequenza che mai si era registrata nel corso dell’amministrazione Franz Caruso. Maggioranza e opposizione si sono rincorse negli ultimi giorni sul tema della città unica, con un’inversione ad “U” finale di dodici dei tredici esponenti di centrosinistra che avevano firmato una nota iniziale. Colpa della stampa «che ha capito male il senso» – hanno scritto – ma anche delle telefonate partite giovedì e venerdì dal primo piano di Palazzo dei Bruzi. Il piano dove ci sono gli uffici del sindaco e del suo fido capo di gabinetto Luigi Incarnato, che in settimana ha anche registrato l’indisposizione di un paio di consiglieri del PSI sull’integrazione dei punti all’ordine del giorno (poi rinviati al 9 ottobre) del consiglio comunale.

Fatto sta che per martedì è stata convocata una riunione di maggioranza alle 18, giusto per sgombrare il campo sulla fuga in avanti “mal interpretata dagli organi di informazione” circa la fusione. Il nervosismo, a prova di qualsiasi smentita, è stato lampante nelle ultime 72 ore. Tanto che sono stati convocati gli organismi provinciali dei partiti che sostengono l’amministrazione in carica. Gli inviti sono stati recapitati a M5S e Partito Democratico, non solo come consuetudine al circolo cittadino. La curiosità, perché di tale si tratta, è che il contatto c’è stato anche con Maria Locanto, la presidente della Federazione, a cui è stato espresso il rammarico per la sortita dei 13 consiglieri, non tutti riconducibili al Pd.

Il sindaco Caruso ha quindi internamente messo le cose in chiaro, ribadendo quale sia la sua posizione e quella della giunta di cui è al vertice. Il ricorso al Tar contro la città unica, poi definito «legittimo» dai consiglieri comunali che avevano preso un’altra direzione (sempre secondo la stampa), è per lui già un fatto assodato. Tanto che sull’albo pretorio è comparso venerdì pomeriggio il parere favorevole allo schema di accordo finanziario con i due legali (Angelo Piazza e Renato Rolli), incaricati ad agosto di contestare la legge omnibus regionale e quindi ottenere una sospensiva del referendum da parte del Tribunale Amministrativo.

Fermo restando che nessuno ha mai parlato di crisi in consiglio o di numeri in bilico, se non l’opposizione che nella confusione della maggioranza ha fatto… opposizione, resta un interrogativo al quale i diretti interessati non potranno sottrarsi. Se le urne apriranno per il referendum, cosa voteranno i componenti dei gruppi consiliari che sostengono il sindaco? Oltre al “sì” o al “no”, non c’è una terza strada. Al massimo, visto l’andazzo, una speranza: quella della sospensiva, appunto. Chissà se martedì alle 18, almeno davanti a Franz Caruso che ha sempre chiarito la sua, diranno una volta per tutte quale è la loro posizione senza supercazzole “mal interpretate dalla stampa”.