«È arrivata in ritardo la nota del Senatore Mario Occhiuto in cui immagina politiche per il centro storico da assegnare alla futura Città Unica, politiche che avrebbe potuto e dovuto praticare nei dieci anni della sua amministrazione. Dieci anni che sono consegnati agli annali, tra le altre cose, per l’abbandono di Cosenza Vecchia e dei suoi abitanti. Ad onore del vero e in ordine di segnare le differenze per i posteri: spostare facoltà universitarie al centro storico (che da parecchio tempo ormai si chiamano Dipartimenti) non sarebbe cosa facile, non solo perché UniCal nasce come Campus residenziale, ma anche perché aprire all’uso pubblico edifici storici è una azione per niente semplice, come chi lo ha fatto sa, a causa della legislazione sulla sicurezza».

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Così Francesco Alimena, capogruppo Pd al Comune di Cosenza che aggiunge: «Eppure, la nostra amministrazione lo ha fatto e vi è riuscita dove altri avevano fallito. Oggi, grazie alla lungimiranza del Sindaco Franz Caruso e del Rettore Nicola Leone, il nuovo dipartimento di Scienze Infermieristiche ha sede al Complesso di San Domenico, in ristrutturazione grazie al CIS- Cosenza Centro Storico. Contenuto e contenitore in un colpo solo. E non è neanche la prima collaborazione tra i due enti: l’Università era già approdata in Centro Storico presso il Complesso di via San Tommaso a Santa Lucia dove oggi ha sede il COI (Cosenza Open Incubator) di UniCal contenete 10 start up innovative nel campo della cultura, del turismo e dell’artigianato.

Proprio quel CIS che, se era per l’amministrazione Occhiuto, era andato perduto a fine 2021 e che invece oggi, grazie all’amministrazione Caruso, sta cambiando Cosenza Vecchia ed è sotto gli occhi di tutti. Lo Svincolo Autostradale SUD, poi, è già stato progettato da ANAS e votato all’unanimità da questo Consiglio Comunale per cui è un progetto già in itinere, non futuribile. Il restauro degli edifici pubblici del centro storico (scuole storiche di Spirito e via Milelli, Casa delle Culture, Cinema Teatro A. Tieri, Oratorio di San Gaetano, Palazzo Marini Serra e Edificio 5 di Santa Lucia) lo ha realizzato questa amministrazione grazie ad Agenda Urbana. Sempre grazie ad Agenda Urbana, abbiamo finanziato le prime 12 imprese che hanno aperto in centro storico. Da soli, senza essere città unica e in soli 3 anni abbiamo progettato, messo a bando e aperto 22 cantieri, messo in sicurezza 10 frane, contiamo di finire tutto per dicembre 2025.

È una nuova Camelot per Cosenza Vecchia. Cosenza, non è una novità, e’ già un Polo di attrazione turistica e culturale perché centro storico e MAB sono già collegati senza soluzione di continuità. Contiamo di migliorare ancora. Stiamo già sfruttando le risorse europee, nazionali e regionali a disposizione (PNRR, Agenda Urbana, CIS) che si stavano perdendo. Perché una cosa è ottenere i finanziamenti, altra cosa è realizzare gli interventi.

Se c’è qualcuno che ha perso qualcosa è stata l’amministrazione Occhiuto: ha perso l’occasione della Metrotramvia (ricordiamo la firma dell’allora sindaco al Comitato No Metro), ha bloccato la realizzazione dell’Ospedale regionale che da Vaglio Lise (zona Est) passa a Arcavacata (zona Nord), sempre che si faccia, ha spostato l’Alta Velocità ferroviaria che il Governo sostenuto dal senatore Occhiuto, con il complice silenzio della Regione Calabria sempre a guida Occhiuto, ha cancellato nel tratto calabrese il cui progetto aveva previsto la realizzazione di un nuova linea con tappa nella nostra città.

Oggi però l’argomento è la città unica e siamo tutti chiamati ad una scelta. È vero che una casa divisa non può resistere ma il consenso non deve scivolare nella violenza dell’assenso. Noi voteremo Si alla città unica. Non accettiamo però percorsi costituenti imposti e pasticciati. Quello della città unica è un progetto in origine targato centrosinistra , anche per questo non prendiamo lezioni da chi dovrebbe dare conto di frette, ritardi e responsabilità della propria esperienza amministrativa che temiamo possano verificarsi ancora.

Il principio di ogni entusiasmo è la partecipazione, che però in questo caso è mancata per la fretta di arrivare. Credo anche che uno uno dei doveri della politica è la costruzione di retaggi e non di ragionare per assoluti. E oggi siamo chiamati a scegliere. Sul centro storico c’è ancora molto da fare, ma forse bisognerebbe lasciarlo fare a chi ha dato dimostrazione di sapere quello che fa e di saperlo fare con rigore», conclude Francesco Alimena.