Il Fatto Quotidiano questa mattina ha pubblicato la notizia che Francesco Aiello, candidato presidente del M5S e di una lista civica, è cugino di Luigi Aiello, ritenuto dalla Dda di Catanzaro esponente di spicco della ‘ndrangheta lametina, ucciso cinque anni fa in un agguato mafioso. La vicenda imbarazza l’apparato grillino, tanto che Nicola Morra ha comunicato di non voler partecipare alla campagna elettorale, disimpegnandosi totalmente per le Regionali del 26 gennaio prossimo. In una nota su Facebook, però, il candidato Francesco Aiello (docente Unical di Politica economica) ha replicato all’articolo del Fatto di Marco Travaglio: «Non c’entro nulla con mio cugino Luigi Aiello, peraltro morto 5 anni fa. Con lui non avevo alcun rapporto e ho fatto tutta la mia vita all’università, prima da studente, poi da professore» scrive Francesco Aiello.

«Peppino Impastato era figlio di un mafioso e nipote di un mafioso, ma non era mafioso. Ieri sera al Fatto Quotidiano avevo già precisato che con mio cugino non avevo alcuna frequentazione. Io sono Francesco Aiello, punto. Nella mia vita ho sempre frequentato colleghi, studenti, dottorandi, magistrati, giornalisti, impegnandomi per la legalità e per la formazione delle nuove generazioni» prosegue il candidato presidente del M5S e di una lista civica.

«Nessuno mi ha mai visto con la coppola, con santini bruciati e altri segni del genere. Fare questi accostamenti è un fatto grave, soprattutto sotto elezioni. Ed è lecito chiedersi a vantaggio di chi o di che cosa. Così si ferisce la democrazia, la libertà e la dignità individuale. Tuttavia, ho spalle robuste e anche stavolta non mollo: vado avanti, sicuro di essere sulla strada giusta per contribuire a liberare la Calabria dal malaffare» conclude Francesco Aiello.