L’inchiesta contro il giro di usura ed estorsioni, smascherati dalla procura di Cosenza grazie alla collaborazione investigativa dei carabinieri della Compagnia di Cosenza, certifica un tessuto sociale sofferente e disposto a tutto pur di portare avanti la famiglia. E ciò significa anche prendere soldi in prestito, con relativi tassi usurai, per fare la spesa. 

Insomma la soglia di povertà è molto basso e viene a galla quando i carabinieri scoprono che i presunti aguzzini utilizzavano metodi criminali per intimorire le vittime. Intimidazioni messe in atto per riavere più di quanto fosse stato prestato loro.

L’indagine dei carabinieri, come detto in altri servizi, è destinata ad allagarsi. Intanto, ecco chi sono gli indagati coinvolti nell’operazione portata a termine oggi dai militari dell’Arma del Comando Provinciale di Cosenza.

Nel dettaglio, sono stati raggiunti dalla custodia in carcere Salvatore Pati, Giuseppe De Rose e Leonardo Lucia; ai domiciliari Fernando Patituccci, Bartolomeo Bevilacqua, Pasquale Giudice, Alessandro Morrone, Francesco Di Sanzo, Francesco Abbruzzese; obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Francesco Carbone, Giovanni Bruni, Massimo Bevilacqua, Saverio Angelo Marsicano e Angelo Cozza.

Il gip del tribunale di Cosenza, Francesco Luigi Branda, ha rigettato quattro richieste di misura cautelare. (a. a.)