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L’ultimo, ieri. Vicino a Reggio Calabria. Alberto Vitale è morto a Bovalino, nella Locride, ma la strada è sempre quella. La SS 106 Jonica continua a mietere vittime. Soltanto negli ultimi dieci giorni, fra il 18 e il 28 marzo 2025, ben tre persone hanno perso la vita sulla strada della morte. E sono già otto da inizio anno le persone morte sulla strada che collega la zona orientale della Calabria. Molte delle quali in provincia di Cosenza. Come il motociclista che ha perso la vita appena ventiquattr’ore dopo l’accordo fra Occhiuto e Salvini, ironia della sorte, proprio per il completamento di 80 km.
Che la SS 106 Jonica sia tristemente nota come “la strada della morte” è cosa cognita. E i dati non fanno che avvalorare questo triste soprannome. Nel 2024 sono state quasi trenta le vittime, praticamente la media di una ogni dieci giorni nel corso dell’anno solare. Una media spaventosa che quest’anno si sta mantenendo. Con otto morti nel giro di appena tre mesi.
SS 106 Jonica, l’accordo per la messa in sicurezza è ricco (ma arriva tardi)
E dire che il 20 marzo scorso era stato annunciato in pompa magna l’accordo firmato fra Regione Calabria e Ministero dei Trasporti per la SS 106 Jonica. 3 miliardi e 800 milioni, una cifra esorbitante per ultimare la strada e toglierle l’etichetta di arteria della morte. Peccato, però, che questi soldi arrivino troppo tardi. Nel giro di quindici mesi la statale ha collezionato trentacinque vittime divise fra le varie province calabresi, l’ultima appena ieri nel reggino.
Delle otto vittime del 2025, la metà ha trovato la morte in provincia di Cosenza. L’ultima, Salvatore Cecala, ad Amendolara il 21 marzo scorso. Ventiquattr’ore dopo l’incontro di Roma fra Occhiuto e Salvini. Altre due vittime sono state nel territorio di Corigliano-Rossano, un’altra invece in quello di Villapiana. Tutte in meno di due mesi l’una dall’altra. La provincia di Cosenza piange i morti sulla SS 106 Jonica, che aspetta da tempo la messa in sicurezza che merita.