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Dopo il no del Tar del Lazio alla richiesta di accesso agli atti dell’ex sindaco di Rende Marcello Manna e del Laboratorio Civico, il gruppo consiliare di riferimento dell’ex primo cittadino, non si fanno attendere le reazioni. «Ad oggi ci viene impedito di conoscere i motivi dello scioglimento del comune di Rende – dice prorpio il Laboratorio -. Noi non ci fermiamo. Pronti a fare i nomi di chi ha voluto ciò».
«È stato notificato da parte del TAR del Lazio il provvedimento con il quale si rigetta la richiesta da noi formulata di accesso agli atti per conoscere il contenuto della relazione dei commissari che ha portato allo scioglimento del comune di Rende. Ciò – dicono gli ex consiglieri – non ci impedirà di proseguire la ricerca di una verità giudiziaria che appare oggi avvolta ancor più nel mistero di fittissime nebbie.
Il TAR ha argomentato tale scelta evidenziando che si tratterebbe di documenti secretati».
«Questo accade oggi nel nostro Paese – concludono dal Laboratorio Civico – le amministrazioni comunali vengono sciolte senza conoscerne le cause. Una notizia che fa ancora più specie se si pensa che a pagarne le conseguenze è stato uno dei comuni più virtuosi della Calabria, il terzo della regione a ricevere maggiori finanziamenti dai fondi PNRR. Ciò nonostante, continueremo ricorrendo a giurisdizioni superiori e relazioneremo su chi ha voluto lo scioglimento e per quali ragioni».