Qual è il legame tra la Befana e i Magi? La vecchia che porta doni ai bambini e i misteriosi re (che re non erano, né erano necessariamente tre) che offrirono oro, incenso e mirra a Gesù? Claudio Corvino ed Erberto Petoia spiegano come i Magi, cercando Betlemme, chiesero indicazioni a un’anziana. Nonostante le insistenze affinché li accompagnasse, la donna rifiutò, ma successivamente si pentì. Preparò allora un cesto di dolci e uscì per cercarli, senza successo. Da quel momento decise di fermarsi a ogni casa, donando qualcosa ai bambini, sperando che uno di loro fosse Gesù.

Così la parola “epifania”, che in greco significa “manifestazione divina”, si è trasformata nel termine popolare “befana”.

Una festa radicata

La festività è molto sentita in Italia e caratterizzata da tradizioni come pranzi per i poveri, il bacio del Bambinello nei presepi viventi, o i cortei dei Magi. Sebbene abolita dal governo Andreotti nel 1978, fu reintrodotta nel 1985.

I Magi e il significato teologico

Il Vangelo di Matteo racconta l’arrivo dei Magi dall’Oriente, giunti per adorare Gesù guidati dalla stella. Essi rappresentano i pagani che riconoscono il Dio universale. Sebbene non fossero re, né necessariamente tre, il termine “magi” si riferisce a sacerdoti della Persia legati alla riforma di Zoroastro.

Interpretazioni e simboli

Nel II secolo, Tertulliano attribuì loro il titolo di re. Sant’Ireneo spiegò i doni: l’oro rappresentava la regalità, l’incenso la divinità, e la mirra la Passione di Cristo. Nel XII secolo, Bernardo di Chiaravalle diede una lettura più pratica: l’oro per alleviare la povertà della Vergine, l’incenso per disinfettare, e la mirra come vermifugo. Lutero, nel XVI secolo, associò i doni alle virtù teologali: fede, speranza e carità. Una leggenda armena li immagina come fratelli: Melkon, re dei Persiani, Baldassarre, sovrano degli Indiani, e Gaspare, regnante sugli Arabi.

La Chiesa e i Magi

La Chiesa ha sempre visto nei Magi il simbolo di chi cerca Dio. Benedetto XVI, nell’Epifania del 2011, affermò: «Erano uomini alla ricerca della vera luce, certi che la creazione portasse la firma di Dio, una firma da scoprire e decifrare».

Le reliquie tra Milano e Colonia

Nel 614, i Persiani risparmiarono la Basilica della Natività grazie a un mosaico raffigurante i Magi in abiti persiani. Marco Polo, nel 1270, sostenne di aver visto le loro tombe a Saba, in Persia.

Le reliquie, secondo la Tradizione, furono traslate a Milano da Sant’Elena, ma nel 1162 Federico Barbarossa le portò a Colonia. Milano ottenne frammenti nel 1904, ora custoditi in Sant’Eustorgio.