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Forse non tutti sanno che in provincia di Cosenza c’è una particolare concentrazione di ingegneri. L’ordine provinciale, infatti, conta circa 6000 iscritti sugli 11.400 di tutta la regione. Dati che, fra l’altro, fanno di Cosenza la decima provincia in Italia per numeri di iscritti. Questi numeri derivano certamente da motivazione storiche, ci spiega il presidente dell’Ordine provinciale degli Ingegneri di Cosenza, Marco Saverio Ghionna, dovuta alla presenza dell’Unical che ha una lunga tradizione nel corso di studi in ingegneria e che ad oggi rappresenta un’avanguardia anche sull’ingegneria contemporanea.
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è trattenere chi si laurea in queste materie nella nostra regione. Il presidente Ghionna spiega che sono molti i ragazzi che dopo la laurea vanno a lavorare fuori attratti non dalle retribuzioni, ma dalla personale realizzazione «in un ambiente che sia stimolante dal punto di vista professionale e che garantisca prospettive di crescita», spiega Ghionna.
Per questo l’Ordine è recentemente intervenuta sulla decisione della multinazionale Baker Hughes di disimpegnarsi dall’investimento programmato nel porto di Corigliano. «Sarebbe importante, anche nell’ottica di trattenere in Calabria i nostri cervelli perché non è cosa da tutti i giorni avere la possibilità di un investimento così importante che produrrà non solo 200 posti di lavoro diretti, ma anche un indotto notevole. Per questo abbiamo chiesto a tutti un surplus di riflessione sulla questione. Ma siamo sicuri che i decisori regionali e locali faranno di tutto per scongiurare l’ipotesi del mancato investimento».
Altro tema caldo è quello della città unica, su cui l’Ordine degli ingegneri ancora non si è espresso. «Quello a cui stiamo assistendo – spiega Marco Saverio Ghionna – è un dibattito, anche divertente se vogliamo, fra favorevoli e contrari che a volte sembra una partita di calcio. Pensiamo però è carente nel merito. Mi riferisco ad esempio alle grandi opere come il nuovo ospedale, alla mobilità, a servizi come quello idrico o quello dei rifiuti. Ecco su questo noi ingegneri siamo pronti a dare il nostro contributo tecnico, anche perché la città unica nasconde in sé temi anche complessi come la rigenerazione urbana di alcune aree della nuova città».
A questo proposito il rischio della nuova città è quella di un isolamento della parte Sud di Cosenza, soprattutto se il nuovo ospedale sorgerà ad Arcavacata. Su questo gli ingegneri stanno dando il loro piccolo contributo con un trasferimento della sede dell’Ordine. «Abbiamo avviato una interlocuzione con il Comune di Cosenza, perché noi dobbiamo avere la sede nella città capoluogo, per l’acquisizione dell’ex Albergo Bologna. Come Consiglio abbiamo ritenuto stimolante avere la sede ai piedi della città storica perché la rigenerazione urbana passa non solo attraverso l’urbanistica, ma anche attraverso le funzioni sociali che vengono assegnate a determinate aree. Abbiamo quindi fatto questa operazione trasparente, in un rapporto fra due enti pubblici che sottoporremo ai nostri iscritti»