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È Brunori-show anche al Dopofestival. Dopo aver incantato l’Ariston ed essere finito nella cinquina della sala stampa, il cantautore si è preso (come sempre) la scena. A partire dal suo ingresso a seguito del balletto del conduttore, Alessandro Cattelan, con Gaia sulle note della canzone di quest’ultima. Balletto nel quale a rimetterci è il braccio della statua di Carlo Conti. Richiesto di un commento sull’esibizione dei due, Brunori al Dopofestival va di manica larga. «No, no, ti do un bel nove. E poi sono un grande ballerino. Durante l’esibizione faccio un micromovimento di anca ma di grande qualità». Ed è subito Brunori show.
Brunori al Dopofestival: «Canzone da papà rimbambito»
Brunori al Dopofestival parla ovviamente della canzone “L’albero delle Noci”, che ha riscosso successi fra critica e pubblico. Tanto da essere inserito nella cinquina di sala stampa. «Me l’aspettavo, mi sembrava quai scontato», dice ridendo e prendendosi in giro. «Anzi, l’avrei detto già prima dell’esibizione. Ho dovuto sbrigare questa formalità dell’esibirmi all’Ariston». Anna Della Russo, giornalista di moda, critica lo stile del cantautore che si ritrova con il loden «Mi stanno vestendo altre persone, di solito io a quest’ora ho già il pigiama di flanella. Ricorderò questo tuo feedback negativo a Nick Cerioni che mi sta vestendo». Poi, sempre ridendo, Brunori specifica: «In realtà è una scelta mia, ho timore del freddo. Sono un uomo di una certa età, è una certa ora, devo cantare nei prossimi giorni, meglio tenersi caldi». Si torna poi sulla canzone portata al Festival. «Quand’è nata mia figlia Fiammetta avevo fatto un post da padre rimbambito in cui avevo scritto che le avrei dedicato una canzone da padre rimbambito. Dopo poco, però, mi ero ripromesso di non fargliela, avrei voluto aspettare i 18. Se la doveva meritare. Alla fine, però, il lato rimbambito ha prevalso». Ospitata terminata anche con “Perdere l’amore”, versione “Perdere Sanremo” dopo che il Tar della Liguria ha prospettato un addio del Festival a Rai 1. Duetto con Bresh, forse in nome dei colori rossoblù fra Genoa e Cosenza. Intanto Brunori si è preso anche il Dopofestival.