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di Barbara Gagliardi
Si è svolto il 4 marzo il secondo incontro della stagione 2024/2025 per la rassegna culturale che denomino con l’espressione “caffè letterari”: i miei caffè letterari sono l’opportunità di un incontro, la possibilità di vedersi per trascorrere del tempo insieme in un luogo in cui intendo analizzare le fonti greche e latine legate al mito classico per trarne modelli di insegnamento da spendere nell’esperienza quotidiana o rispetto alle contingenze della vita di ogni giorno. Il mito, l’epica e la letteratura possono offrire chiavi di lettura della realtà estremamente attuali e sono un ottimo veicolo per sviluppare nuove idee. L’analisi e la lettura delle fonti, in ogni evento, parte da un personaggio, sviluppa un tema e intende lasciare un messaggio finale senza mai trascurare il possibile dialogo, sull’argomento, con la scienza o con la filosofia, con l’arte e con la musica. L’atmosfera è informale e bohémienne e diventa il modo ideale per valorizzare le forme più autentiche della libertà di pensiero attraverso diverse possibilità di interpretazione delle parole e altre prospettive al fine di raggiungere una condizione vivida e leggera di conoscenza.
Il caffè letterario del 4 marzo 2025, si è svolto nella suggestiva cornice della biblioteca comunale delle “Generazioni Future”, nel quartiere Europa, a Rende. Come docente di lettere, considero, questi appuntamenti, un’ottima opportunità per uscire dalle mura delle aule scolastiche e condividere, con tutti coloro che vorranno partecipare, i miei studi, incentrati, per questa occasione, sulla figura mitologica del centauro Chirone nella lettura incrociata di due estratti del XII canto dell’Inferno con alcuni stralci dell’Achilleide di Stazio. Da questa analisi, ho cercato di dimostrare come la biformità di Chirone, metà uomo e metà maestoso cavallo, è la personificazione, ma anche il riflesso della complessità dell’animo di un vero maestro e del maestro interiore che si rivela già nell’etimo del suo nome: Xείρ – cheir -, in greco antico, significa “mano” e allude alla mano esperta del medico. Il vero maestro sa curare, sa guarire; è la mano che guida, rappresenta la forza e trasmette sicurezza e coraggio; il vero maestro sa essere saggio e ragionevole, sa comportarsi da capo e, all’occorrenza, sa comprendere le ragioni per le quali anche le regole possano essere discusse o infrante.
Uno degli strumenti più importanti del maestro e del maestro interiore è il libro. Per questa ragione, Angelo Gradilone, durante lo svolgimento dell’evento, ha realizzato la rilegatura di un e-book sulle cui pagine sono stati fissati, per iscritto, i contenuti del mio intervento. A moderare i lavori, invece, c’è stato Stefano Vecchione, prestigioso storico e giornalista affermato della nostra città e di tutta la provincia di Cosenza. Il mio intervento, infine, è stato affiancato da quello di Francesco Grano, critico cinematografico e letterario per Cyrano Factory. Per le sue numerose passioni che vanno dalla scrittura, alla lettura e alla fotografia, mi è sembrata la persona più giusta per spiegare e dimostrare la straordinaria attualità delle figure mitologiche che, ancora oggi, vengono impiegate come mezzo di conoscenza all’interno della produzione cinematografica e di quella letteraria. Chirone, in particolare, è stato inserito ed è stato protagonista di una vera e propria evoluzione nella letteratura fumettistica dei manga. Non è mancata la musica, ispirata ai temi trattati, al fine di far diventare, questo momento, la circostanza di un’evasione e per sottolineare il messaggio che ho inteso lasciare ai miei ospiti e sul quale sono stati invitati a riflettere.
Chirone, generoso verso gli uomini, fu il maestro di Eracle, Teseo, Giasone e del grande Achille; con la sua natura duplice, rappresenta la sintesi perfetta tra umano e divino, tra istinto e razionalità, tra emotività e controllo cognitivo. E’ stato celebrato da autori di tutte le epoche che individuano in lui la grande saggezza che ogni uomo dovrebbe apprendere e che ogni uomo dovrebbe far maturare dentro di sé. Nessuna pratica di saggezza può essere espressa e trasmessa senza la spinta della passione, che probabilmente è stato il vero tema centrale del caffè letterario del 4 marzo.