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Siamo i fisioterapisti della graduatoria Asp di Cosenza e scriviamo per mettere in evidenza la trascuratezza e l’oscurità che tende ad avere la nostra categoria nell’ambito della sanità pubblica calabrese. Una categoria dimenticata e, soprattutto, sottovalutata da Asp e Ospedali nonostante abbia una fondamentale importanza per il benessere psicofisico dei cittadini. Ricordiamo, infatti, che l’azione del fisioterapista è essenziale in tutti i reparti da quelli di cura del paziente (medicina, oncologia, geriatria, ortopedia, pneumologia, urologia, cardiologia, ecc.) a quelli in cui si fa prevenzione.
Nelle altre regioni italiane è conclamata la presenza di tale figura in questi reparti, se, quindi, vogliamo superare la migrazione sanitaria anche da noi è necessario inserire il fisioterapista nell’equipe multidisciplinare per un approccio completo al paziente. Chi non ha la possibilità economica di aprire uno studio privato è costretto spesso a partire fuori regione. Tutto questo quando la Calabria ha mezzi e capacità per creare una realtà ben diversa, che gioverebbe ai pazienti o cittadini con gravi disabilità e anche ai fisioterapisti. Il settore riabilitativo in questa regione ammonta circa a 1800/2000 unità, con la parte preponderante del numero dei fisioterapisti impegnato nel comparto di sanità privata.
A questi ultimi vengono somministrati una molteplicità di contratti che negli anni sono stati modificati con l’aggiunta di articoli peggiorativi in tutte le sfere contrattuali. L’attuale situazione della riabilitazione in Calabria è molto parcellizzata a causa di una privatizzazione selvaggia. Noi fisioterapisti crediamo che un intervento nella sanità pubblica in questo settore possa regolarizzare sia la carente rete del servizio riabilitativo al cittadino, sia migliorare le condizioni contrattistiche private. Tutto ciò è possibile grazie finalmente alla presenza di graduatorie attive sul territorio.
Oggi, nello specifico, vogliamo focalizzare l’attenzione al mancato scorrimento delle graduatorie, in particolare quella dell’Asp di Cosenza, che assume a stento nonostante le continue sollecitazioni e lamentele rivolte ai vertici Asp, i quali rimangono impassibili e disinteressati. Noi, però, non ci perdiamo d’animo e continuiamo a sperare di avere risposte celeri e soddisfacenti a riguardo perché, dopo 15 anni di silenzio, ora non si può procedere a misere assunzioni.
Il settore risulta, ripetiamo, essere completamente in mano alle aziende private, le quali hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora quasi l’unica soluzione occupazionale per i professionisti di questo settore. La speranza è che si possa normalizzare il mercato tra pubblico e privato e che il pubblico aumenti consistentemente il numero di professionisti nelle proprie piante organiche. Non vogliamo credere di essere considerati di livello inferiore rispetto agli altri professionisti, vogliamo, invece, solo credere che sia il sistema sanitario calabrese a bloccare la riabilitazione; dunque, speriamo ci sia ancora una possibilità occupazionale nel settore pubblico per noi indispensabili professionisti della sanità.
Il fisioterapista nel pubblico rappresenta l’alternativa ottimale per l’erogazione di questi servizi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, le lunghe liste d’attesa dell’utenza che necessita di cure riabilitative e le esigenze dei pazienti che soffrono spesso di gravi disabilità, che non hanno la possibilità economica di curarsi privatamente e che potrebbero concretamente beneficiare di cure domiciliari erogate dalle Asp calabresi.
Le nostre riflessioni nascono dal fatto che le prestazioni riabilitative vengono svolte da professionisti che sono ormai al limite di forza ed energia e non riescono a soddisfare le esigenze del vasto territorio calabrese. Dunque, solo una forte collocazione di nuove risorse, attualmente compresse nel privato, si potrebbe risanare questo grande “buco”.
Tali drammatiche condizioni sono oggi risolvibili sia per la presenza di graduatorie attive nelle Asp, soprattutto a Cosenza che conta oltre 200 professionisti, sia perché pensiamo ci siano le risorse finanziarie affinché ciò avvenga. Si parla, infatti, dell’arrivo di quasi 30 milioni di euro da investire sull’assistenza domiciliare integrata che potrebbe essere una delle principali motivazioni alle nostre assunzioni nelle varie Asp. La regione sta avviando progetti pilota che hanno coinvolto e stanno tutt’ora coinvolgendo la figura del logopedista permettendo lo smaltimento della loro graduatoria e tale condizione potrebbe realizzarsi anche per noi, se solo ci fosse la volontà!
Ricordiamo che il fisioterapista si occupa dell’aspetto posturale oltre che cognitivo della persona nelle varie epoche di sviluppo, dalla nascita alla senilità. In virtù di quanto scritto, il numero dei fisioterapisti dovrebbe e potrebbe essere addirittura superiore rispetto alla figura del logopedista. Crediamo fermamente che la nostra sia una professione prestigiosa e chiediamo a gran voce un’azione decisa per riuscire a risolvere questo mistero che ci avvolge ormai da troppo tempo. La sanità va riqualificata in toto e noi ne facciamo parte!