L’amministrazione Trump torna all’attacco contro Harvard. Dopo aver congelato 2,3 miliardi di dollari in finanziamenti federali, ora minaccia di tagliare un ulteriore miliardo destinato alla ricerca sanitaria. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando come il braccio di ferro tra Casa Bianca e università d’élite stia diventando sempre più aspro. Il nodo del contendere è la gestione delle proteste filo-palestinesi nei campus, considerate dal governo come una mancata risposta all’antisemitismo.

Il congelamento dei fondi è arrivato poche ore dopo che Harvard ha respinto le richieste governative che puntavano a intervenire su corpo studentesco, docenti e curriculum. Una mossa che, secondo l’università, avrebbe significato cedere il controllo accademico al potere politico. L’11 aprile, l’amministrazione ha inviato una lettera con una lista ampliata di condizioni per il mantenimento dei fondi: dal divieto di mascherine alla rimozione dei programmi su diversità e inclusione, fino alla collaborazione più stretta con le forze dell’ordine.

Secondo il WSJ, la pubblicazione della lettera da parte di Harvard ha fatto infuriare i funzionari, che speravano in una trattativa riservata. Da qui, la decisione di alzare il tiro. E se inizialmente Harvard sembrava destinata a un trattamento meno severo rispetto alla Columbia, ora Trump vuole colpire duro.

Non è la prima volta che l’ex presidente attacca le università: da gennaio ha avviato una campagna contro gli atenei che, a suo dire, non hanno saputo gestire le proteste studentesche. I manifestanti, tra cui anche gruppi ebrei, ribattono che le critiche a Israele non equivalgono a antisemitismo. Il braccio di ferro, però, si gioca anche sul piano finanziario, e Harvard rischia di perdere molto più di una disputa ideologica.