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Donald Trump
Tra cori, bandiere americane e il consueto show, Donald Trump ha celebrato i suoi primi cento giorni di presidenza al Macomb Community College di Warren, nello Stato del Michigan, cuore pulsante dell’industria automobilistica statunitense. Davanti a una folla in delirio che lo accoglie al grido di “USA, USA”, l’ex presidente ha definito il suo operato iniziale «i migliori primi cento giorni nella storia dei presidenti americani» e ha promesso: «Questo è solo l’inizio».
Il Michigan, Stato chiave e simbolo dell’America produttiva, ha fatto da cornice a una narrazione trionfalistica in cui posti di lavoro, sicurezza e patriottismo si mescolano a una forte retorica contro avversari politici, giudici e migranti.
L’industria e il ritorno dei posti di lavoro
«Adoro questo Stato», ha esordito Trump. «Molti posti di lavoro nel settore automobilistico stanno tornando». Un messaggio chiaro per una regione dove la crisi industriale ha segnato decenni di difficoltà economiche. Detroit, capitale simbolica dell’automobile americana, è stata citata più volte come esempio di rinascita. «In queste settimane il mondo sta assistendo a una rivoluzione del buon senso», ha aggiunto l’ex presidente, accogliendo l’entusiasmo del suo pubblico.
Immigrazione, sicurezza e numeri discutibili
Uno dei temi centrali del comizio è stato, come sempre, l’immigrazione. Trump ha sostenuto che sotto la sua guida è stata raggiunta «la più grande sicurezza al confine nella storia d’America», affermando che «il flusso di immigrati illegali è sceso del 99,999 per cento». Ha poi attribuito al presidente Joe Biden la colpa per «l’invasione che ha permesso a gang, cartelli e terroristi di infiltrarsi nelle nostre comunità».
Durante il discorso, immagini dei detenuti in El Salvador sono state proiettate sul maxischermo, a rafforzare la narrativa del pugno duro. Trump ha dichiarato che gli arresti di criminali sono aumentati del 655 per cento durante il suo mandato. «Il mio compito come Commander in Chief è salvare il Paese», ha proclamato, ergendosi a paladino della sicurezza nazionale.
L’attacco ai “giudici comunisti”
Uno dei passaggi più duri è stato riservato al potere giudiziario. Trump ha accusato alcuni togati di ostacolare l’applicazione delle leggi e di voler esautorare il ruolo costituzionale del presidente. «Non possiamo consentire a un gruppo di giudici comunisti e radicali di sinistra di ostacolare l’applicazione delle leggi», ha dichiarato. «Questa gente cerca di distruggere il paese. Nessuno fermerà la mia missione per ridare sicurezza all’America».
L’affondo contro la magistratura si inserisce in una lunga scia di attacchi ai contropoteri istituzionali, già vista nei precedenti comizi. Trump mira a rafforzare il consenso nella base più radicale, dipingendo il suo operato come assediato da élite e poteri forti.
Inflazione, uova e Federal Reserve
Non sono mancate le dichiarazioni su economia e inflazione, con un riferimento polemico al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. «I prezzi sono in calo ma le fake news dicono che sono in rialzo. L’inflazione è praticamente in calo», ha affermato Trump, sostenendo poi che «ne so più io di lui sui tassi». Ha poi precisato che non avrebbe dovuto criticare il capo della Fed, ma il tono delle sue parole lasciava intendere il contrario.
Tra le affermazioni più curiose, quella sul prezzo delle uova: «È calato dell’87 per cento». Un dato largamente discutibile, considerato che in molte zone degli Stati Uniti i prezzi sono rimasti stabili o addirittura aumentati negli ultimi mesi.
Sondaggi live e provocazioni su Biden
Come in un reality show, Trump ha coinvolto il pubblico in un sondaggio in diretta, chiedendo se preferissero definire il presidente Biden “sleepy” (addormentato) o “crooked” (corrotto). Tra le urla e le risate dei presenti, ha vinto la seconda opzione. Un momento che conferma la strategia di demonizzazione dell’avversario e spettacolarizzazione della politica, tipica del tycoon newyorkese.
Cina e Columbus Day: messaggi internazionali e strizzate d’occhio agli italo-americani
Sul fronte internazionale, Trump ha accennato ai negoziati con la Cina sui dazi: «Siamo vicini a un accordo. Sia loro che noi lo vogliamo». Un’uscita distensiva rispetto al tono bellicoso di altri comizi.
Poi, un inatteso riferimento all’Italia: «Voi italiani mi adorerete. Ieri ho ripristinato il Columbus Day». Un gesto che, secondo Trump, sarebbe stato pensato per rendere giustizia agli italo-americani penalizzati dalla “cancellazione” della festività dedicata a Cristoforo Colombo. Il Columbus Day, che quest’anno cadrà il 13 ottobre, è stato al centro di un acceso dibattito negli USA, con alcune città e Stati che lo hanno sostituito con l’Indigenous Peoples’ Day, in segno di rispetto per le popolazioni native.
Scetticismo su tutto, anche sul Pentagono
In un’intervista successiva al comizio, rilasciata al canale ABC, Trump ha dichiarato di non avere «fiducia al 100% in niente», nemmeno nel nuovo capo del Pentagono, Pete Heghseth. «È una domanda stupida. Solo un bugiardo direbbe di avere fiducia al 100%», ha detto, sottolineando il suo scetticismo. «Non ho fiducia al 100% che finiremo questa intervista», ha aggiunto, scherzando ma non troppo.
Russia e Ucraina: la pace secondo Trump
Infine, una dichiarazione destinata a far discutere riguarda il conflitto in Ucraina. Trump ha dichiarato: «Penso che Putin voglia la pace. Il suo sogno era prendere tutto il paese, ma non lo farà. Mi rispetta». La frase segna un chiaro cambio di tono rispetto alla linea dura dell’amministrazione Biden, e rilancia l’idea di un Trump mediatore, capace – a suo dire – di fermare la guerra con il dialogo diretto.