È Daniele Pieroni, scrittore, saggista e musicista amatoriale, il protagonista del primo caso di suicidio medicalmente assistito in Toscana dopo l’entrata in vigore, lo scorso febbraio, della legge regionale ispirata alla proposta “Liberi Subito” dell’associazione Luca Coscioni. Pieroni, 63 anni, malato di Parkinson dal 2008 e costretto a vivere collegato alla PEG per 21 ore al giorno a causa di una grave disfagia, si è autosomministrato un farmaco letale il 17 maggio nella sua abitazione, circondato dal padre e da alcuni amici.

Suicidio assistito in Toscana rivelato dall’Associazione Coscioni

A darne notizia è l’Associazione Coscioni, che ricorda come la normativa toscana – impugnata dal governo – sia comunque pienamente operativa in forza della sentenza della Corte costituzionale 242/2019 (caso Cappato-Dj Fabo). Pieroni aveva contattato l’associazione nell’agosto 2023, avviando il percorso di accompagnamento con il supporto di Marco Cappato e del team legale. Il 22 aprile aveva ottenuto l’esito positivo delle verifiche sanitarie previste, confermando poco dopo la volontà di procedere.

Alle 16:47 del 17 maggio, il dispositivo a doppia pompa è stato attivato e alle 16:50 Daniele ha smesso di respirare. Erano presenti, su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell’Asl Toscana Sud Est, oltre al suo fiduciario Leonardo Pinzi, la coordinatrice toscana dell’associazione Felicetta Maltese, le badanti e alcuni amici. Il personale sanitario, si legge nella nota, ha agito con “umanità e professionalità esemplari”.

Pieroni era nato a Pescara nel 1961 e aveva vissuto a lungo a Roma, collaborando con radio, giornali e riviste. È stato co-direttore della rivista Ritmica dell’Università Sapienza di Roma e vincitore di numerosi premi, tra cui il “Montale Fuori di Casa” per poesia e musica nel 2021.

Il consigliere regionale Iacopo Melio (PD), tra i firmatari della legge regionale, ha dichiarato: «Appena ottenuta la conferma dall’Asl, Daniele ha scelto con serenità. Avremmo dovuto realizzare un’intervista per spiegare le sue ragioni. Non c’è stato tempo, ma il suo gesto parla chiaro».

Anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, è intervenuto: «Questo caso dimostra che la nostra norma, ispirata a una sentenza della Consulta, ha colmato un vuoto legislativo. Ora serve una legge nazionale che disciplini il diritto all’autodeterminazione».

Pieroni è il primo paziente ad aver seguito integralmente la procedura prevista dalla legge regionale, che resta in vigore in attesa del giudizio della Corte costituzionale.