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Le rapine, nella mente dei criminali, sono spesso immaginate come colpi perfetti: piani impeccabili, fughe spettacolari e bottini da capogiro. Ma la realtà, a volte, è molto meno romantica. Una delle storie più curiose e divertenti di una rapina andata male ci arriva direttamente del passato e risale al 1990. È un caso che dimostra come anche i ladri più determinati possano inciampare nei dettagli più banali.
Il protagonista di questa vicenda è un aspirante rapinatore che decise di prendere di mira una banca locale. Armato di una pistola giocattolo e con una maschera improvvisata – pare fosse un passamontagna con buchi tagliati malamente – entrò nell’edificio urlando: “Questa è una rapina!”. Fin qui, tutto sembrava seguire il copione di un classico film poliziesco. Ma le cose presero una piega inaspettata.
Il rapinatore, forse troppo concentrato sul suo momento di gloria, non si accorse che la banca aveva un sistema di sicurezza piuttosto moderno per l’epoca: porte a chiusura automatica. Mentre gridava ordini ai cassieri terrorizzati, un impiegato riuscì a premere un pulsante silenzioso sotto il bancone. In pochi secondi, le porte si chiusero con un sonoro clack, intrappolando il ladro all’interno come un topo in gabbia. Ma il meglio doveva ancora venire.
In preda al panico, il rapinatore iniziò a correre avanti e indietro, cercando un’uscita. Non trovandola, decise di sfondare una finestra con una sedia. Peccato che la finestra fosse di vetro antisfondamento: la sedia rimbalzò indietro, colpendolo dritto in faccia e facendolo cadere a terra. I clienti della banca, ormai più divertiti che spaventati, assistettero alla scena come se fosse una commedia slapstick. Quando la polizia arrivò, pochi minuti dopo, lo trovò steso sul pavimento, con il passamontagna storto e la pistola giocattolo a qualche metro di distanza, mentre si lamentava per il mal di testa.
Il colpo, che nelle sue intenzioni doveva essere “il crimine perfetto”, si trasformò in un disastro totale. L’uomo fu arrestato senza opporre resistenza – non che ne avesse la forza – e la sua storia finì sui giornali locali di Dortmund, in Germania, diventando una sorta di leggenda urbana. Si dice che persino i poliziotti non riuscissero a trattenere le risate mentre lo portavano via.