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Dopo giornate infuocate dentro e fuori dal Parlamento, il governo ha ottenuto senza difficoltà la fiducia della Camera sul discusso decreto sicurezza, con 201 voti favorevoli, 117 contrari e 5 astensioni. L’approvazione è arrivata in un clima di forti tensioni politiche e sociali, mentre si proseguiva, in seduta notturna, la discussione su ben 150 ordini del giorno, tra cui uno, firmato dal leghista Igor Iezzi, che chiede l’istituzione di una commissione o “tavolo tecnico” per valutare l’introduzione della castrazione chimica per i reati di violenza sessuale.
Un passaggio che ha scatenato un’ondata di sdegno tra le opposizioni, che denunciano una “deriva medievale” e il ritorno a “pene corporali” incompatibili con la Costituzione e con lo Stato di diritto. Il dl consente inoltre al personale dei servizi segreti, non più solo la partecipazione ma addirittura, con una firma della presidente del Consiglio, l’organizzazione e la direzione di associazioni con finalità di terrorismo”.
“L’articolo 31 del dl sicurezza o, meglio, del dl repressione, è forse il peggiore di tutti. È quello che si occupa dei servizi segreti” ed è, di fatto, la legalizzazione “del terrorismo di Stato“. Lo ha detto Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenendo durante la seduta fiume a Montecitorio durante la quale le opposizioni hanno fatto ostruzionismo fino all’alba. “Consente al personale dei servizi, non più solo la partecipazione ma addirittura, con una firma della presidente del Consiglio, l’organizzazione e la direzione di associazioni con finalità di terrorismo. Avete capito o no quello che state facendo? Spero che non l’abbiate capito”, ha proseguito, sottolineando che così un agente può anche dirigire un’organizzazione di “eversione dell’ordine democratico” e anche “fabbricare lui e detenere lui materiale esplodente“. “Si chiama terrorismo di Stato”, ha concluso Boldrini, parlando di “gravità assoluta”.
Il voto finale è atteso tra mercoledì e giovedì, con possibilità di una seduta fiume. Il testo dovrà poi affrontare l’esame del Senato. Quella sulla fiducia rappresenta l’89ª volta che l’esecutivo ricorre a questo strumento da inizio legislatura, suscitando critiche anche per le forzature procedurali: il decreto nasce infatti dalla fusione di norme originariamente contenute in un disegno di legge, poi approvato alla Camera e modificato al Senato, ma divenuto decreto legge dopo un doppio colpo di tagliola in commissione.
Repressione e libertà nel mirino
Le opposizioni — Pd, M5s, Avs e Iv — hanno denunciato il decreto come un attacco alle libertà costituzionali. Laura Boldrini lo definisce il «decreto repressione», mentre Giuseppe Conte lo bolla come «strumento di uno Stato repressivo». Matteo Mauri (Pd) parla di «norme liberticide e inutili», e Nicola Fratoianni (Avs) accusa il governo di avvicinare l’Italia «alla Turchia di Erdogan e all’Ungheria di Orbán». Anche Roberto Giachetti (Iv) non usa mezzi termini: «Volete solo prendere la gente e buttarla in galera».
I contenuti: più reati, più carcere
Il decreto introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti, tra cui:
- pene più severe per blocchi stradali o manifestazioni pacifiche (misure criticate come “anti-Gandhi”);
- estensione del daspo urbano;
- criminalizzazione della resistenza passiva durante rivolte in carcere o nei CPR;
- norme più dure contro l’accattonaggio;
- aggravanti per reati compiuti nei pressi di stazioni.
Particolarmente controversa è l’estensione della punibilità anche in casi di intelligence, laddove vi sia l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio, anche per reati associativi legati al terrorismo.
Stretta su cannabis, occupazioni e detenute madri
Un articolo specifico vieta completamente la lavorazione, distribuzione e commercio delle infiorescenze di cannabis, indipendentemente dal contenuto di THC, colpendo duramente il settore della canapa industriale. Altro punto critico è la misura che obbliga le madri detenute con figli sotto i tre anni alla permanenza negli ICAM, senza più margine di discrezione da parte del giudice di sorveglianza.
Sulle occupazioni abusive, si registra un irrigidimento immediatamente rivendicato da Giorgia Meloni, secondo cui “grazie al decreto sono già partiti i primi sgomberi”. Dura la replica del M5s: «Allora andate a sgomberare Casapound».
Più potere alle forze dell’ordine
Il decreto potenzia anche le tutele per la polizia, prevedendo:
- pene aumentate per lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale;
- dotazione di bodycam per registrare interventi in strada e nei CPR;
- rimborso fino a 10mila euro per le spese legali di agenti coinvolti in processi penali per fatti legati al servizio.
Una società divisa: proteste in piazza e scioperi della fame
Intanto la società civile si mobilita: giuristi, associazioni (tra cui Cgil, Arci e Antigone) e studenti protestano contro un provvedimento giudicato autoritario e potenzialmente incostituzionale. A Roma è previsto per sabato un grande corteo studentesco, mentre prosegue uno sciopero della fame a staffetta. Il decreto sicurezza, lungi dal creare unità, rischia di approfondire le fratture tra governo e società civile, in un clima già segnato da forti tensioni politiche e sociali.