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Fine pena mai per Vincenzo Paduano, assassino di Sara Di Pierantonio, uccisa in via della Magliana a Roma tre anni fa. L’uomo bruciò il corpo dopo che tra i due era scoppiata una lite per questioni legate alla gelosia. Nel primo processo di secondo grado, i giudici della Corte d’Appello d’Assise di Roma non avevano assorbito nel reato di omicidio volontario il reato di stalking, cosa che è avvenuta ora dopo le indicazioni della Suprema Corte di Cassazione. Dunque, per Vincenzo Paduano è scattata la condanna all’ergastolo.
Il commento della madre di Sara Di Pietrantonio
La madre della giovane ragazza romana uccisa senza pietà, ha così commentato l’esito della seconda sentenza d’appello. «Sara non ce la riporta più nessuno, nemmeno dieci ergastoli“, ha detto Concetta Raccuia. «Spero che tutto questo dolore possa servire per altre ragazze. Altre donne che si trovano in questa difficile situazione dello stalking psicologico. La Corte ha fatto qualcosa per gli altri, è stato riconosciuto lo stalking come reato autonomo dall’omicidio e punito in presenza di una violenza invisibile». Soddisfatto anche l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile per il padre di Sara Di Pietrantonio. «E’ una pena giusta, ma non esemplare, alla luce dei reati contestati. Questa la vittoria della giustizia e la sconfitta dell’amore».