Nel cuore dell’inchiesta su Garlasco riemerge una traccia che sembra svanita: una telefonata mai esistita nei tabulati. Stefania Cappa, nipote di Maria Rosa Poggi, ha dichiarato di aver chiamato Chiara Poggi il 12 agosto 2007, un giorno prima del delitto, per fissare un appuntamento alle 16. Lo ha raccontato ai carabinieri non una, ma tre volte. Tuttavia, quella telefonata non compare in nessun tabulato, né in quelli in entrata né in quelli in uscita. Un dettaglio che pesa, perché quella chiamata avrebbe potuto collocare temporalmente gli ultimi contatti della vittima con l’esterno.

Mentre la Procura, guidata da Fabio Napoleone, si concentra su prove materiali — l’impronta, il DNA e la mazzetta rinvenuta nel casale dei Cappa —, altri dettagli si sommano. Come l’incontro avvenuto in pieno giorno a Milano, in piazza Gae Aulenti, tra il padre di Chiara e Fabrizio Corona: un momento pubblico, apparentemente casuale, ma che ha destato stupore, considerando la storica riservatezza della famiglia Poggi.

Intanto l’elenco degli “attenzionati” si allarga. Oltre a Stefania Cappa, sono sotto la lente della Procura i suoi zii, quattro amici del fratello Marco e la testimonianza di Rita Preda, madre di Chiara, che ha indicato la bicicletta nera con le borse laterali come in uso solo alla cognata. Bicicletta che più testimoni hanno visto il giorno del delitto, ma che non è mai stata sequestrata.

C’è poi il tentativo di suicidio di Paola Cappa l’11 agosto, mai indagato a fondo, e un verbale che parla di un abuso subito in infanzia. I Cappa avevano le chiavi della casa dei Poggi e disattivavano l’allarme per innaffiare le piante. Il 20 agosto Mauro Gnocchi denuncia la sparizione di una mazzetta metallica da un chilo. Stefania Cappa fa volontariato proprio lì, alla Croce Garlaschese.

Infine, le intercettazioni: il 22 agosto, Ermanno Cappa rassicura la figlia, dicendo che “spiegherà tutto in TV” e che “sono dalla parte del giusto”. Il 27 settembre, un testimone racconta di una ragazza in bici nera uscita dalla villetta con un oggetto metallico. Poi ritratta e viene denunciato per calunnia.