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Italian Prime Minister Giuseppe Conte holds a press conference to present the guidelines for the 2020 Italian budget. (Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)
Il futuro di Giuseppe Conte è appeso quasi a un filo. Il premier si gioca tutto nei prossimi giorni, quando dovrà dimostrare di avere una strategia ben precisa per evitare che l’Italia torni in lockdown. In realtà, si tratta di una misura che gran parte d’Europa ha deciso di intraprendere per fermare l’esponenziale aumento dei contagi da coronavirus. Conte, invece, contestato in tutte le piazze italiane, cerca di temporeggiare. La curva epidemica, però, non ha la lentezza del Capo del Governo. I casi crescono sempre di più. Ogni giorno si registra un nuovo record di positivi e di tamponi. Ogni giorno ci sono quasi mille persone che vengono ricoverate in ospedale.
Tuttavia, ieri sera il comitato tecnico-scientifico ha cercato di dare una scossa al Governo, richiamandolo alle sue responsabilità. Gli scienziati sono fortemente preoccupati dell’attuale situazione epidemiologica, certificata dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità. Ospedali in sofferenza, tracciamento saltato e regioni da chiudere. Insomma, la frittata è servita. Ma tutto ciò non basta al Governo Conte per assumere definitivamente un provvedimento che duri almeno un mese, senza ricorrere ogni tre giorni a un nuovo DPCM. Tutti si augurano che quelli firmati di recente possano avere degli effetti benefici sull’andamento epidemico, ma è molto difficile che questo avvenga per il semplice fatto che il virus dalle ore 18 in poi non va a dormire.
Per Conte c’è anche il rebus della scuola
Il vero problema di Conte è quello di sbarazzarsi del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, assediata da destra e sinistra, per la sua scelta di non chiudere le scuole che, secondo alcuni Governatori, sono decisive per la circolazione del virus. La Azzolina infatti si è ribellata contro il Governatore della Puglia, Michele Emiliano e non ha neanche digerito l’ordinanza del Piemonte. Conte insomma ha dato segnali inequivocabili, decidendo probabilmente di prendere un’altra strada. L’intenzione del premier infatti è quella di chiudere anche le medie e le scuole superiori, dando la possibilità ai presidenti di regione di applicare la DAD al 100% almeno fino al 23 dicembre prossimo.
Il premier, quindi, tra oggi e domani dovrà scegliere cosa fare da “grande”. La sua idea sarebbe quella di chiudere anche alcuni negozi, vietare lo spostamento tra giorni, salvo per validi motivi, e di sancire il lockdown a livello territoriale. In pratica, Conte e Speranza vorrebbero chiudere Milano, Torino, Napoli, Bologna, Roma e altre grandi città italiane, dove i contagi sono in forte aumento. Un provvedimento che, a quanto pare, lascerebbe interdetti alcuni governatori, come Vincenzo De Luca, che sarebbe propenso per un lockdown nazionale. Conte, in definitiva, si trova davanti a un bivio. Mettere tutti d’accordo, chiudendo tutto per un mese, o scontentare buona parte della politica italiana, e milioni di cittadini, presentando un nuovo DPCM, verosimilmente inutile.