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I botti di Capodanno sequestrati dalla Guardia di finanza a tre grossisti operanti tra il distretto industriale fiorentino dell'Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, e Campi Bisenzio, 31 dicembre 2019. ANSA/ GDF +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
«A Napoli c’è ormai una tradizione di scaramanzia e di speranza di festa unendo calcio e botti a Capodanno. Quest’anno abbiamo sequestrato finora anche bombe grandi, fino a tre chili di materiale esplosivo, che possono essere letali». Così Gaetano Savarese, luogotenente dei carabinieri, spiega all’Ansa l’avvicinamento della città al Capodanno, una grande festa che purtroppo provoca spesso feriti a causa dei fuochi d’artificio illegali. Quest’anno chi prepara e vende illegalmente i botti ha realizzare la “bomba Kvara“, dal nome di Kvaratshkelia, il giocatore georgiano che sta facendo sognare i tifosi azzurri.
«Il fuoco da tre chili che abbiamo sequestrato – racconta Savarese – lo abbiamo fatto esplodere in una cava con terreno di pietra e ha prodotto un cratere di circa un metro di profondità. Se lo fai esplodere e sei a dieci metri da una persona può davvero mettere a rischio la vita».
Pericoli veri che i carabinieri di Napoli hanno affrontato quest’anno già da mesi, aprendosi al dialogo con i partenopei: «Parliamo ai ragazzini – spiega il militare – che raccolgono botti inesplosi e rischiano ma anche ai genitori nelle chiese per far capire davvero i pericoli di un Capodanno in cui si può gioire guardando fuochi sparati dai professionisti e non rischiare ferite o la vita».